Ronchi dei Legionari, la testimonianza del sopravvissuto Mario Candotto
RONCHI DEI LEGIONARI «La nostra vita era appesa a un filo: numeri, eravamo semplici numeri e io ero il 69.610. Neunundsechzigtausendsechshundertzehn! Eravamo soltanto dei pezzi, non esseri umani: nullità. I tedeschi gridavano, sempre. Non parlavano mai. Quello che racconto è la pura verità ma, se non l'avessi vissuta di persona per un lungo anno, stenterei a crederci persino io».
Nella mattinata di lunedì 1 febbraio il silenzio generale dell'Aula e una palpabile commozione hanno accompagnato queste parole che riassumono il lungo intervento davanti al Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia di Mario Candotto, 94enne di Ronchi dei Legionari, uno dei pochi sopravvissuti alle sofferenze vissute nel campo di concentramento nazista di Dachau in Germania. Emozionato ma estremamente lucido, simbolo di grande forza d'animo ed enorme dignità, Candotto ha portato la sua drammatica testimonianza al termine dell'intervento del presidente dell'Assemblea Fvg, Piero Mauro Zanin, in occasione delle celebrazioni del Giorno della Memoria che hanno caratterizzato l'apertura lavori della prima seduta consigliare del 2021. Parole laceranti, salutate da un applauso interminabile.
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