Ronchi, debito di 1.500 euro per i rifiuti, la casa va all’asta

Disposta dal Tibunale di Gorizia a settembre. La donna proprietaria per metà dell’alloggio, si trova a dover lasciarlo per un arretrato contratto dall’ex marito
Operatori durante il servizio di prelievo del cartone, in una foto di archivio
Operatori durante il servizio di prelievo del cartone, in una foto di archivio

RONCHI DEI LEGIONARI. Un debito di poco superiore ai 1.500 euro si sta trasformando in un incubo. Uno tra i peggiori nella vita di una persona. Andrà all’asta il prossimo mese di settembre, in virtù di un’apposita disposizione emessa dal Tribunale di Gorizia, l’appartamento di via Morandi, a Ronchi dei Legionari, di proprietà, al 50%, di Jenifer Lombardo. La donna, che qui ci vive con un figlio minore, sarà costretta a lasciare il locale, poco più di 70 metri quadrati, per un debito contratto dall’ex marito nei confronti di Ambiente Neweco, oggi Isontina Ambiente, società che, in città, si occupa dell’asporto e dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Un incubo di quelli che non si possono lasciare alle spalle così facilmente.

L’asta, fissata alle 12 del 4 settembre, parte da 51mila euro. Ben superiori a quel debito che, comunque, nel corso degli anni, tra diritti, interessi e balzelli vari, di qualcosa è lievitato.

«Voglio innanzitutto sottolineare – sono le parole di Jenifer Lombardo – che il debito non è a mio nome anche se, per metà, la casa è di mia proprietà. Quando mi è stato intimato, per conoscenza, che dovevo pagare quella cifra mi sono messa in moto ed ho cercato di contattare il legale dell’azienda creditrice. Ho proposto un piano di rientro, ma mi è stato negato. Nei giorni scorsi, poi, mi sono rivolta allo sportello di via Cau de Mezo di Isa e l’operatore ha confermato che il debito non è mio, ma che comunque sia potrebbero avvalersi su metà dell’appartamento. E allora che devo fare, tirar su un muro?».

L’Italia, ormai, è diventata la patria di coloro che perdono le quattro mura domestiche per una manciata di euro di debito. È facile scovarli, metterli al muro. Come quei piccoli imprenditori che si suicidano perché non riescono a tirar avanti la carretta. Mentre i magnati continuano ad esportare capitali all’estero.

«Sono distrutta, avvilita, disarmata – aggiunge la donna – anche perché non ho un lavoro fisso e faccio davvero fatica a tirare avanti. Non so più a che Santo votarmi. Ho bussato a tante porte, compresa quella del legale dell’ex Neweco che non ha voluto darmi udienza. Se davvero dovessimo arrivare a quel fatidico giorno dell’asta, che si avvicina sempre di più, allora sarà la fine, perché sarò costretta a dormire in mezzo a una strada. Non ho nemmeno un’automobile nella quale rifugiarmi. Penso che ognuno di noi - conclude la donna - debba pagare i servizi che riceve, ma credo che dall’altra parte debbano essere fatti tutti gli sforzi possibili per aiutare le persone».

@luca_perrino

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