Ronchi, corsa a dieci per la direzione dell’aeroporto
TRIESTE. C’è ancora qualche ora di tempo - la scadenza fissata dal bando è oggi alle 12 -, ma per il ruolo di direttore generale dell’Aeroporto di Ronchi non siamo all’assalto. Al momento, le candidature raccolte dagli uffici sono una decina. In quel lotto di nomi Antonio Marano, il neopresidente, conta di individuare il manager cui affidare i due compiti prioritari per rilanciare lo scalo: recuperare passeggeri dopo il -13,3% del 2014 e risolvere l’annosa questione del contratto di programma con Enac, una sottoscrizione che consentirebbe l’aggiornamento delle tariffe aeroportuali, invariate da oltre dieci anni.
Marano, in attuazione della delibera del consiglio di amministrazione dello scorso 11 giugno, ha firmato le regole della selezione per il dopo Paolo Stradi, l’ex dg finito nell’occhio del ciclone in era Dressi per l’entità dei compensi: tra indennità base e funzioni aggiuntive, Stradi percepiva poco meno di 230mila euro lordi all’anno. Per il nuovo dg (contratto a tempo determinato per un triennio, così precisa la gara) si rientrerà invece nei tetti massimi per i dirigenti di Palazzo: 150mila euro all’anno, somma equiparata allo stipendio della presidente Debora Serracchiani.
La società regionale, si legge ancora nel bando, pesca tra «esperti di particolare e comprovata qualificazione professionale nella gestione di aziende pubbliche o private in ambito aeroportuale e/o infrastrutturale», ma chiede anche laurea magistrale, esperienza almeno quinquennale in ruoli dirigenziali di realtà comparabili all’Aeroporto Fvg e nella gestione diretta di risorse umane e finanziarie, conoscenza della legislazione che disciplina le partecipate pubbliche e un uso ottimale dell’inglese scritto e parlato. Paletti alti, evidentemente, se si sono sin qui presentate non più di una decina di persone. Ma Marano è convinto che si possa comunque trovare il manager adatto per Ronchi. Una professionalità che, tra l’altro, serve subito. Tanto più dopo una fase di staticità, questa è almeno l’impressione che il cda recentemente insediato ha avuto entrando in contatto con la “macchina”. «Purtroppo in Italia la pausa agostana ha tempi lunghi - osserva il presidente -, ma noi siamo intenzionati a muoverci il più rapidamente possibile, nel rispetto della tabella di marcia molto stretta che abbiamo concordato con il socio di maggioranza. Il 21 o 22 luglio porterò in cda i curriculum raccolti entro domani (oggi, ndr), cui seguirà, come da bando, il colloquio con i candidati che avranno superata la selezione preliminare, prima dell’esame finale della giunta regionale. Il nuovo dg dovrebbe essere così operativo a settembre. Naturalmente puntando sul fatto che possa incidere sin dal primo giorno».
In sostanza la caccia è per un professionista già formato, che conosca il mestiere, sappia muoversi in fretta per ribaltare la situazione anche in tempi di perdurante crisi economica. Il primo compito sarà quello di effettuare la due diligence sulla situazione economico-patrimoniale dello scalo aeroportuale, un passaggio che l’assessore Francesco Peroni considera necessario per individuare le fonti di copertura dei piani di investimento di Ronchi. Nel contempo si avvieranno anche le partite sui passeggeri e sulle tariffe. «Fatta la fotografia dei conti - conferma Marano -, si ripartirà dal traffico e dal contratto di programma di Enac: una rimodulazione delle tariffe avrebbe un impatto economico molto importante». Su questo fronte, aggiunge il presidente, «il dossier è pronto, si tratta ora di accelerarne iter e processo autorizzativo». Marano preferisce invece non commentare le uscite della gestione Dressi: «L’importante è tirare una linea e avere una quadra dello status quo. Individuato il dg, sarà la due diligence a fare luce su tutto». Quanto al futuro di Stradi, dirigente in organico della società quale responsabile dell’amministrazione e del personale, l’ex dg rimarrà un dipendente dell’Aeroporto Fvg, «salvo sua diversa decisione».
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