Romoli: «Sul Punto nascita la Regione non ha mantenuto le promesse»
GORIZIA Domani ricorre il primo anniversario della chiusura del Punto nascita di Gorizia. Dalla mezzanotte di domenica 21 luglio 2014 è sparita dalla demografia la dicitura: nato a Gorizia. Nella torrida seduta del Consiglio comunale dell’11 luglio la presidente della Regione Serracchiani e l’assessore alla Sanità Telesca confermarono la condanna senza appello della maternità goriziana. Condanna non impugnabile: pochi parti, poca sicurezza.
Serracchiani in quell’occasione promise che sarebbe tornata a Gorizia una volta al mese a spiegare l’evoluzione della riforma sanitaria, con ciò rassicurando i goriziani che non c’era alcun fumus persecutionis della Regione nei confronti di Gorizia, città ultimo baluardo del centrodestra.
Le cose sono andate diversamente. Serracchiani ha disatteso le sue promesse, la riforma ha comportato l’accorpamento delle Ass isontina e della Bassa, dei Punti nascita ad essere chiuso è stato solo quello di Gorizia, «città più popolosa, mi pare, rispetto a Monfalcone, Palmanova e Latisana», chiosa il sindaco Ettore Romoli.
Romoli, Serracchiani non ha mantenuto la promessa. Nel frattempo la sanità goriziana come sta? «Non ho mai capito cosa volesse dire la presidente quando fece quella promessa. Si è trattato di una dichiarazione estemporanea, senza senso».
Se venisse oggi a Gorizia che sanità troverebbe? «Un ospedale privato ingiustamente del Punto nascita e con una pediatria che chiude alle 18. Le avevo chiesto di attivare una guardia pediatrica 24 ore su 24. Ora i bimbi goriziani sono pregati di ammalarsi il giorno dopo».
Che idea si è fatto delle dimissioni del direttore generale dell’Ass Bassa friulana-Isontina, Giovanni Pilati ? L’assessore Telesca ha assicurato che si trattava di motivi personali, ora pare ci stia ripensando. «Non ho mai creduto che le dimissioni di Pilati siano riconducibili a problemi di famiglia o di malattia. Ho la sensazione che si tratti di contrasti tra Pilati e Telesca, la quale gli impone altri tagli salvaguardando però Palmanova e Latisana, ma non, ovviamente, Gorizia».
Al di là della sanità, in quest’ultimo anno la Regione quanto e come è stata vicina a Gorizia? «Abbiamo ricevuto un milione di euro per la ristrutturazione della casa di riposo Culot. Grazie. Tuttavia l’importo di un milione è assai poca cosa rispetto ad altre poste messe a disposizione della Regione per altre zone».
E i tre milioni e mezzo per Villa Louise? «Già, li dimenticavo. Ma ne riparleremo quando concretamente si procederà alla realizzazione di questa sorta di incubatore di idee prospettato dall’assessore Torrenti».
Torrenti significa gestione degli immigrati. Su questo fronte lei non si può certo lamentare... «Infatti, la Regione si è dimostrata molto generosa con Gorizia lasciandoci centinaia e centinaia di profughi, al contrario di quanto fatto in altre città. Temo sarà sempre peggio».
A suo avviso quanto sta a cuore Gorizia alla giunta regionale? «Beh, non si può dire che siamo al vertice dei suoi pensieri. Ma Gorizia si sta arrangiando lo stesso, penso al progetto di rilancio dell’aeroporto. Spero che almeno la Regione proceda nella ristrutturazione dei consorzi industriali con ciò consentendo la soluzione dei problemi della Sdag».
Riaprirà mai il Punto nascita? «No, sarebbe ammettere un grave errore. Ma chiuderlo è stato uno scandalo».
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