Romoli sui migranti: «Più di cinquanta non vogliamo ospitare»

Non più di 50, massimo 60. E tutti alloggiati «in idonee strutture». Il sindaco Ettore Romoli detta le condizioni sulla presenza dei richiedenti-asilo presenti a Gorizia. «Non solo non devono aggiungersene altri ma deve essere alleggerita la loro presenza in città, visto che l’accoglienza sembra essere un problema solamente di Gorizia, Gradisca d’Isonzo e San Canzian». Non solo. Il primo cittadino rammenta anche che «devono essere effettuati, come previsto dalla convenzione, corsi di lingua italiana e di educazione civica che tengano impegnate queste persone, evitando che trascorrano le giornate passeggiando su e giù per la città». Romoli non ritiene poi una via percorribile il ricorso ai lavori socialmente utili, «perché ci sono già tanti cittadini goriziani e isontini che non hanno sbocchi e hanno come unica speranza proprio i lavori socialmente utili».
Intanto, il sindaco Ettore Romoli ha scritto nei giorni scorsi una lettera al premier Renzi e al ministro dell’Interno Alfano in cui evidenzia concetti a lui cari. «Arrivati a questo punto, prendo atto, con sincero dispiacere, rammarico e delusione, della più completa mancanza di volontà sia da parte dello Stato che della Regione di spostare i richiedenti-asilo anche in altre realtà territoriali, sia da parte dei sindaci della Provincia di Gorizia di superare le belle parole e le facili promesse contenute in tante convenzioni e lettere d’intenti che sono state prodotte in questi mesi e che a ben poco di utile e concreto hanno, sino ad ora, portato - scrive il sindaco -. Basti pensare che, al momento, a fronte degli oltre 200 profughi presenti a Gorizia, solo San Canzian d’Isonzo si è preso carico del problema, ospitando una quindicina di persone. Gorizia, lo ribadisco una volta per tutte, non è in grado di, e non intende, sopportare da sola questa situazione. Vi chiedo, pertanto, a nome di tutta la comunità locale, di intervenire immediatamente con soluzioni reali e fattibili, che riducano la pressione a cui è sottoposta, in via esclusiva, questa città e che si sostanzino nello spostamento dei richiedenti asilo verso altre realtà che siano in grado di fornire una adeguata e dignitosa ospitalità».
Aggiunge Romoli: «Pur riconoscendo l’impegno fattivo e concreto che da sempre il prefetto di Gorizia, dottor Vittorio Zappalorto, ha garantito nel tentativo di risolvere il problema, mi permetto di rivolgermi nuovamente alla presidente Serracchiani, in quanto sono profondamente convinto che sia anche la Regione a doversi muovere, prevedendo un piano concertato di equa e intelligente distribuzione dei profughi su tutto il territorio provinciale e regionale. Ritengo doveroso informarvi, inoltre, che in questi mesi, il disappunto e la preoccupazione dei cittadini goriziani, che si sentono smarriti e abbandonati dalle istituzioni, sono cresciuti di molto».
Romoli rimarca nella lettera che «la nefasta idea di spostare i profughi abusivamente accampati lungo le rive del fiume Isonzo entro una tendopoli allestita in pieno centro-città, non ha minimamente risolto il problema, incrementandone, come previsto, le criticità a danno della sola Gorizia».
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