Romoli: «Profughi minori al San Luigi? E' solo un business»

Le ire del sindaco, neanche avvisato: «Struttura usata per fare soldi, 120 al giorno per ragazzo»

GORIZIA Il San Luigi ospita sette minorenni non accompagnati, poi diventati 20 nel corso della giornata di ieri. La loro permanenza sarà limitata a pochi giorni, nonostante questo scoppia il putiferio in città.

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Il convitto San Luigi di Gorizia

Con “quintalate” di reazioni su Facebook e la presa di posizione dura e decisa del sindaco Ettore Romoli che non ne sapeva nulla e ha appreso tutto dai giornali.

«Non sono stato informato da nessuno, ripeto nessuno, sul fatto che al San Luigi venissero ospitati minorenni non accompagnati. Nessuno si è degnato di avvisarmi. Trovo la cosa inopportuna perché si stanno avverando i nostri peggiori sospetti ovvero che si voglia utilizzare questa struttura per fare business».

Romoli esplicita meglio il suo pensiero ed entra nel cuore del problema. «Perché parlo di business? È semplice. I minorenni non accompagnati “rendono” ai gestori cifre che raggiungono i 120 euro al giorno a differenza dei migranti maggiorenni per i quali si ottengono 35 euro. È macroscopico il vantaggio economico nel primo caso».

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«Per quanto mi riguarda - annuncia deciso il primo cittadino - farò tutto il possibile affinchè tale struttura non venga destinata all’accoglienza. Gorizia ha già subito un danneggiamento per la decisione dei salesiani di dismettere una struttura che da 120 anni offriva servizi per la comunità locale e per i giovani. Se poi si completa il quadro con l’uso che vogliono farne di tale struttura si può a buona ragione sostenere che al danno si è aggiunta la beffa».

Peraltro, il sindaco svela un aneddoto. Nei giorni scorsi c’era stata una richiesta di incontro fra questi fantomatici gestori e l’amministrazione comunale. «Poi, tutto era sfumato perché avevamo risposto loro che se l’intenzione era di trasformare il convitto in un centro-immigrati sarebbe stata necessaria una variante al Piano regolatore generale comunale».

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Un tanto per aggiungere un altro concetto forte. «Sia chiaro - conclude il sindaco di Gorizia -. Il Comune, su tale controversa e fumosa questione, non resterà con le mani in mano. Verificheremo la legittimità dell’operazione che, in questo momento, sembra avvenire sotto l’egida dei salesiani i quali formalmente risultano essere ancora proprietari della struttura di via Don Bosco. Se verranno ravvisate o emergeranno irregolarità, sarà nostra cura intervenire. Come ho già sostenuto più volte, non può essere solo Gorizia a sostenere tutto il peso dell’accoglienza quando ci sono tanti altri Comuni isontini che non ospitano nemmeno un immigrato».

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