Romoli: le circoscrizioni vanno mantenute
Il sindaco scrive una lettera al ministero dell’Interno e alla Regione. A rischio le leggi di tutela
«I consigli circoscrizionali vanno mantenuti in vita perché sono la ’voce’ dei quartieri. Certo, non nascondo che il sottoscritto dichiarò, qualche mese fa, la sua volontà di ridurne il numero se non avrebbero prodotto risultati. Ma cancellarli del tutto, e per giunta attraverso una legge finanziaria, non mi sembra giusto».
Il sindaco Ettore Romoli vuole chiarezza. Ha preso carta e penna e ha scritto una lettera al ministero degli Interni e alla Regione: in entrambe le missive si chiede come gestire la situazione che si è venuta a creare in seguito alle novità della Finanziaria. Nell’articolo 2 - infatti - si parla chiaramente della soppressione delle circoscrizioni in tutte le città con una popolazione inferiore ai 100.000 abitanti. Il tutto a decorrere dal Primo gennaio 2008. E la giunta comunale - seguendo anche l’esempio di Udine e Pordenone - ha deciso di congelare l’attività dei parlamentini cittadini. Continuare a farli riunire corrispondendo le indennità ai presidenti i gettoni di presenza ai consiglieri circoscrizionali rischierebbe di far incorrere il Comune in un danno erariale che la Corte dei conti sanzionerebbe immediatamente.
«Nell’ultima Finanziaria approvata dal Governo si prevede che i consigli circoscrizionali possano essere istituiti nelle città con più di 100mila abitanti. Chiaramente, Gorizia con i suoi 36.000 residenti si pone al di fuori. Va anche detto che, su questa materia, la Regione non ha mai legiferato pur avendo competenza primaria sugli enti locali. Secondo la nostra interpretazione, ciò fa sì che i consigli circoscrizionali debbano decadere. Sulla stessa lunghezza d’onda nostra sono le amministrazioni comunali udinese e pordenonese che hanno già ’congelato’ le circoscrizioni». Ma vista l’incertezza, Romoli ha deciso di scrivere una lettera al ministero e alla Regione: missive «in cui il nostro Comune chiede come deve comportarsi. Va anche detto che la riforma Iacop consente il mantenimento delle circoscrizioni nei Comuni con oltre 50 mila abitanti salvo alcuni casi in cui si potrebbe derogare».
Ed è proprio questo punto che Romoli vuole approfondire. «Per Gorizia il problema della cancellazione delle circoscrizioni è particolarmente grave in quanto potrebbe avere conseguenze sulle leggi di tutela (la 38 e la 482, ndr) delle lingue slovena e friulana. Perché? Ma perché la mappatura che delimita il raggio d’azione delle due norme è realizzata in base alla presenza delle varie circoscrizioni. Credo che, di fronte anche a questo problema, la Regione interverrà».
Oggi, le circoscrizioni sono dieci: Campagnuzza, Centro cittadino, Lucinico, Madonnina del Fante, Montesanto-Piazzutta, Piedimonte, Piuma-Oslavia-San Mauro, Sant’Andrea, San Rocco-Sant’Anna, Straccis. Utile un raffronto con Roma che - a fronte di 2 milioni 656 mila abitanti - vanta 19 Consigli circoscrizionali. Gorizia che di residenti ne ha 37 mila «schiera» dieci Consigli di quartiere. D’accordo, possono sembrare troppe ma il «grosso» dei costi della politica non è costituito certamente dalle spese di funzionamento dei consigli circoscrizionali. Questo va detto.
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