Romoli: «A Gorizia al massimo 60 profughi»
«Per la prima volta quella sulla necessità di sgravare Gorizia dall'eccessivo numero di richiedenti asilo non è solo la mia battaglia solitaria, ma è anche quella di tutto il territorio». Dopo la fiaccolata di solidarietà per le vittime del terrorismo e soprattutto l'incontro pubblico di lunedì sulla questione migranti, Romoli vede un'inversione di tendenza, un Isontino e una città finalmente uniti nel chiedere che non sia solo Gorizia a farsi carico della parte più importante dell'emergenza richiedenti asilo. «La fiaccolata di martedì e l'incontro pubblico in municipio di lunedì sono stati due eventi molto significativi – ha detto ieri il primo cittadino -. Al confronto sulla questione migranti c'è stata per la prima volta una visione unanime: non c'era più solo un sindaco, “premio Erode” (qui il riferimento è alla punzecchiatura del presidente della Provincia Gherghetta dello scorso dicembre ndr), che sosteneva che Gorizia non può più sopportare da sola questo carico e l'arrivo di nuovi migranti. Adesso anche chi diceva che Gorizia traeva vantaggio dalla presenza dei richiedenti asilo ha capito che bisogna trovare una soluzione diversa. Insomma, mi sembra ci sia stato un cambio di mentalità importante, si è compreso che una cittadina di 34mila abitanti non può sostenere il 25% di tutti i richiedenti asilo presenti in regione, e mi fa piacere che si siano spesi in tal senso uomini come l'assessore regionale Torrenti, il prefetto Zappalorto o il presidente Gherghetta». Ora Romoli indica la strada da percorrere. «L'obbiettivo deve essere far si che a Gorizia restino 50 o 60 richiedenti asilo, una quantità che può essere tranquillamente gestita – dice il sindaco -, mentre tutti gli altri devono essere spostati nel resto della regione. Aspetteremo il progetto regionale promesso da Torrenti, ma nel frattempo ogni giorno io mi impegnerò a sensibilizzare le istituzioni, Regione e anche Governo, perché si arrivi a questa soluzione». Romoli però è voluto tornare anche sul messaggio lanciato dalla fiaccolata di solidarietà che ha portato martedì sera in strada centinaia di persone. «È un fatto estremamente positivo che in una città solitamente refrattaria a manifestazioni pubbliche questo evento abbia visto una presenza notevole – ha detto – e soprattutto trasversale. C'erano tanti rappresentanti istituzionali, sindaci dell'Isontino accanto a semplici cittadini. Un territorio e una città che spesso si sono divisi su tutto, ora si sono presentati uniti, e dobbiamo lavorare affiché sia sempre così, sui problemi importanti per tutti».
Marco Bisiach
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