Romania, socialdemocratici in testa ma senza alleati

Contrariamente alle previsioni dei sondaggi, l'opposizione del Psd è in vantaggio nello scrutinio delle legislative di ieri, tuttavia i liberali (Pnl) al potere sono decisamente favoriti per la formazione di un nuovo governo
An elderly woman casts her vote in the village of Sabareni, Romania, Sunday, Dec. 6, 2020. Voting started in Romania's legislative election expected to restore some measure of stability after five years of political and social turbulence with more than 18 million Romanians registered to vote for a new legislative body. (AP Photo/Alexandru Dobre)
An elderly woman casts her vote in the village of Sabareni, Romania, Sunday, Dec. 6, 2020. Voting started in Romania's legislative election expected to restore some measure of stability after five years of political and social turbulence with more than 18 million Romanians registered to vote for a new legislative body. (AP Photo/Alexandru Dobre)

TRIESTE In Romania, contrariamente alle previsioni dei sondaggi, il partito socialdemocratico (Psd, all'opposizione) è in vantaggio nello scrutinio delle legislative di ieri, tuttavia i liberali (Pnl) al potere sono decisamente favoriti per la formazione di un nuovo governo.

Dopo lo spoglio del 96% delle schede espresse sul territorio nazionale e l'80% dei voti della numerosa diaspora, il Psd è al 29,39% rispetto al 24,24% del Pnl. Si tratta di un risultato non previsto alla vigilia sul quale ha influito il massiccio astensionismo che ha caratterizzato la consultazione. Soltanto il 31.84% si è presentato infatti alle urne (poco più di cinque milioni sui 18 aventi diritto), la percentuale più bassa di sempre nel paese balcanico. Ma nonostante siano in testa nello spoglio, i socialdemocratici quasi sicuramente resteranno tagliati fuori dalle alleanze in vista del nuovo esecutivo dal momento che il Psd è l'unico partito di centrosinistra ad avere superato la soglia di sbarramento del 5%.

I liberali del premier uscente Ludovic Orban, appoggiati dal presidente Klaus Iohannis, possono contare invece sull'appoggio di USR-Plus, formazione moderata di centrodestra alla quale è andato il 15.04%, e degli altri due soli partiti che sono andati oltre il 5%: il neonato partito nazionalista dell'Aur (8.26%), sorpresa delle elezioni e secondo partito più votato dalla diaspora dopo l'alleanza USR-Plus, e l'UDMR, il partito della minoranza ungherese, che con il suo 7.42% è pronto a salire sul carro dei vincitori. Tutti gli altri partiti sembrano essere fuori dai giochi.

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