Roma sblocca 30 milioni per il depuratore di Servola
Depuratore di Servola, è stato firmato dai ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico l’Accordo di programma che sblocca 30 milioni statali sui 52,5 complessivi per la messa a norma dell’impianto, da qualche anno sotto minaccia di un provvedimento di infrazione da parte della Ue, e che nel 2012 rischiò di dover chiudere se la Provincia non avesse ottenuto una proroga. Bisogna costruire un impianto di “trattamento biologico” a terra delle acque, che ora scaricano in alto mare, e provvedere a una fase di denitrificazione dei reflui. Alcune opere preparatorie sono state già realizzate, e sempre nel 2012 il Comune ha ottenuto in concessione per 30 anni dall’Autorità portuale i 27 mila metri quadrati di fianco allo Scalo Legnami per installare le nuove strutture, che prevedono anche collegamenti e sottopassi ferroviari tra il vecchio e il nuovo.
«Appena il decreto di assegnazione sarà pubblicato potremo bandire la gara sia per la bonifica e sia per l’appalto integrato e cioé per il progetto esecutivo e l’esecuzione delle opere» afferma con evidente soddisfazione il sindaco Roberto Cosolini che della materia è responsabile numero uno come presidente di diritto della Consulta di ambito territoriale ottimale (Cato), cioé del bacino idrico dell’intera provincia. L’area ricade nel Sito inquinato nazionale ma adesso le procedure sono snellite e chiare, e già nel giugno del 2011 lo studio veneto Altieri aveva vinto la gara per la redazione del progetto preliminare, sulla cui base AcegasAps ha curato finora l’iter per ottenere tutte le autorizzazioni. Consulente del Comune è stato il prof. Luca Bonomo del Politecnico di Milano che ha dovuto risolvere molti problemi tecnici: mancanza di spazi, infiltrazioni di acqua marina nei collettori costieri, e particolare configurazione della rete fognaria triestina.
L’Accordo di programma, che la Regione ha “sbloccato” alla fine dello scorso anno (da allora si attendevano le firme dei ministeri) prevede 30 milioni di euro di fondi statali e 15 milioni dalla Regione (740 mila all’anno per 20 anni). «Si è concluso positivamente questo complesso iter - dice Cosolini -, che ho da subito considerato prioritario, avevo sollecitato sia il governo Monti e sia il governo Letta. Devo all’impegno dell’assessore regionale Sara Vito se tutto è stato finalmente risolto».
In mezzo c’è stata una serie di impedimenti pesanti, problemi di tariffe dell’acqua dopo i referendum (conseguenti timori di non avere fondi a sufficienza), “spending review”, dubbi se quel denaro statale fosse configurabile come “aiuto di Stato”, cambi di governo, vana speranza di attingere a fondi europei. Intanto la Ue ci “minacciava”, perché l’impianto era considerato fuori norma oltre i termini.
La Conferenza dei servizi per approvare il programma dei lavori porta la data dell’aprile 2012, esattamente due anni fa. Tra i lavori già realizzati da AcegasAps a partire dal 2000 l’installazione di filtri a maglia più stretta per “depurare” materialmente le acque di scarico (intervento che terminerà a luglio), l’inizio della bonifica sul fronte di confine tra impianto e Scalo legnami, e lo smaltimento di tettoie in eternit (amianto).
Secondo i piani approvati la realizzazione delle vasche di “trattamento biologico” che consentiranno di sversare acque ormai pulite dureranno per 3 anni dal bando di gara alla realizzazione dell’intervento. Quando l’assessore all’Ambiente Vito nel dicembre del 2013 aveva mandato a Roma l’accordo aveva parlato di «momento storico per una situazione che si trascinava da anni: abbiamo evitato - concludeva - una pesantissima sanzione comunitaria».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo