Roma rilancia Trieste città metropolitana

Primo sì del governo all’abolizione delle Province in Fvg. E, grazie a un nuovo blitz del senatore Pd Francesco Russo, via libera a Trieste Città metropolitana. Con una particolarità: un emendamento presentato dal collega friulano Carlo Pegorer prevede, inoltre, che un sindaco di un Comune con più di 10 mila abitanti, per candidarsi in Consiglio regionale, dovrà dimettersi dalla carica in municipio. Tre passaggi, avvenuti a Roma in Commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, destinati a ridisegnare la mappa istituzionale locale.
Sulle Province la strada era in qualche modo tracciata: il 30 gennaio 2014 la Regione aveva abolito gli enti, anticipando il provvedimento nazionale di del Delrio. Ma per l’abrogazione effettiva in Fvg serve una doppia lettura sia alla Camera sia al Senato, trattandosi di una modifica dello Statuto regionale, norma di rango costituzionale. Operazione che sta cominciando proprio in questi giorni, con il primo gradino atteso la prossima settimana quando la Commissione di Palazzo Madama voterà il nostro provvedimento. Norma che, intanto, ha incassato il parere favorevole del governo.
Così come l’emendamento di Russo sulla possibilità di concedere il titolo di “città metropolitana” a Trieste. Questione su cui il dibattito politico si era ingarbugliato a fine anno durante il voto sulla riforma delle Autonomie locali dell’assessore regionale Paolo Panontin. Per il sindaco Roberto Cosolini, all’epoca, «non c’erano le condizioni politiche». In altri termini, la comunità slovena e gli altri comuni del territorio provinciale non erano d’accordo. Ora con la norma di Russo il tema torna alla ribalta: perché la previsione adesso c’è ed è scritta in legge.
«Non è un obbligo - chiarisce il senatore Pd - cioè intendo dire che col mio emendamento si dà “l’opportunità” al Fvg di intervenire in questo aspetto. Uno status che però consentirebbe all’area provinciale di Trieste, o a un territorio più ampio, di mettersi insieme per la gestione dei servizi. Un riconoscimento, inoltre, essenziale per dialogare con l’Unione europea e ottenere finanziamenti diretti. Ciò è dimostrato da vari studi recenti: le zone più infrastrutturate, a maggior innovazione e con un tasso culturale superiore, sono le metropolitane. Si punta anche a favorire la naturale continuità con Capodistria e si aprirà un dibattito sul porto, in modo che Trieste e Monfalcone siano un’unica area».
Il Parlamento dovrebbe chiude la partita entro l’anno. «Prima delle leggi nazionali - commenta il dem -un modo ulteriore per dimostrare a chi attacca la specialità che riusciamo a fare di più degli altri in chiave istituzionale».
Una prospettiva salutata con entusiasmo da più parti. «Sono a favore della Città metropolitana e l’ho ribadito in più occasioni - afferma Roberto Cosolini -. Credo sia una formula che conviene a tutta la regione. «Sosteniamo da sempre questa formula perchè rivendichiamo per Trieste un ruolo centrale - chiarisce Franco Bandelli di Un’Altra Trieste -. Questa nuova opportunità che arriva da Roma, non dev’essere assolutamente sprecata».
L’ultima zampata, in tema di elezioni, è di Pegorer. Con il suo emendamento il Fvg potrebbe tornare alla condizione precedente rispetto alla norma varata dal Consiglio regionale: un sindaco di un comune con più di 10mila abitanti dovrà dimettersi da primo cittadino prima di candidarsi in Regione. «La discussione è solo aperta – sottolinea il senatore – perché siamo ancora in presenza di un testo base, preliminare. Nulla di deciso».
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