Roma prova a unire Escavo e Smartgas

Tavolo di mediazione al ministero sul dragaggio e il mini-rigassificatore. Ma è scontro fra l’Azienda del Porto e Vescovini
Di Giulio Garau

Un matrimonio forzato per il bene del territorio e per lo sviluppo portuale. La Regione in un vertice all’inizio di marzo, dopo aver riunito da un lato l’Azienda speciale porto che porta avanti l’escavo e dall’altra Smartgas, con il progetto del mini-rigassificatore, era giunta alla conclusione che, nel caso i privati avessero avuto l’approvazione, si sarebbe riconvocato il tavolo per «uniformare le eventuali procedure che possano essere aggregate e svolte in stretta collaborazione». Ieri dalla riunione al ministero dell’Ambiente, presenti gli stessi protagonisti (Aspm, Smartgas con la Regione) è emerso che è alquanto probabile che il sentiero proceda proprio in maniera congiunta. Anche se, come era stato messo in evidenza, le due procedure sono partite in tempi diversi, dallo stesso ministero il Via definitivo per i due progetti potrebbero arrivare se non nello stesso momento, a brevissima distanza.

«Il dirigente del ministero ha fatto capire che questo accadrà quasi sicuramente - fa sapere il project leader di SmartGas, Alessandro Vescovini che attualmente guida la Sbe - se ho ben interpretato all’inizio dell’estate, tra giugno e luglio, arriverà l’ok per entrambi». Una via quasi obbligata che, nonostante i numerosi mal di pancia da un fronte e l’altro, costringerà i progettisti a tracciare una via comune, sotto la guida della Regione, per il dragaggio del canale di accesso del porto di Monfalcone aumentando aree e spazi da dragare oltre che la profondità, dai 12,5 metri previsti inizialmente da Asmp a 13,5 necessari a SmargGas. Due progetti con profonde diversità anche tecniche, metodologiche, nelle procedure di analisi oltre che nei tempi di realizzo e di tecnica dello scavo. Aspetti che sono stati messi in evidenza durante la riunione alla quale oltre a Vescovini erano presenti Sergio Signore, direttore Aspm e Dario Danese direttore della direzione ambientale della Regione.

Una mattinata romana intensa oltre che “bollente” visto il clima della riunione che ha messo in evidenza nodi e questioni ambientali irrisolte. Da un lato la volontà di procedere dell’Aspm che intende concludere un’opera attesa da oltre 10 anni, dall’altra SmartGas che teme possibili blocchi, lungaggini tipiche delle opere pubbliche e soprattutto ostacoli a un progetto che non riguarda solo un minirigassificatore (dietro al quale c’è una cordata di oltre una decina di imprenditori), ma la realizzazione di una seconda cassa di colmata con una piattaforma logistica destinata a raddoppiare le capacità del porto di Monfalcone.

La stessa Regione nella riunione di oltre un mese fa, per bocca degli assessori alle infrastrutture Mariagrazia Santoro e all’Ambiente Sara Vito, aveva ribadito che «la priorità è dare risposta al territorio che non può più attendere la soluzione del problema della navigabilità e l’0accesso al porto». Non solo anche il fatto che «non ci sono preclusioni a progetti sul porto di Monfalcone purchè nel rispetto della normativa ambientale e del potenziale sviluppo logistico dello scalo».

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