Roma lancia il piano assunzioni. In Fvg mille prof precari vicini al traguardo

Stabilizzazioni possibili già a settembre in caso di accordo Miur-sindacati. Selezioni in corso per altri 800 insegnanti

FVG. Mille insegnanti precari da stabilizzare in vista del prossimo anno scolastico. Potrebbe essere questo l’effetto in Friuli Venezia Giulia dell’accordo in discussione a Roma tra ministero dell’Istruzione e sindacati, impegnati a definire non solo gli aumenti di stipendio della classe docente ma anche il contingente di supplenti rimasti fuori dai precedenti percorsi di abilitazione e per cui potrebbe ora aprirsi la speranza del posto fisso.

I calcoli sono fatti dalla Cgil sulla base delle 55 mila stabilizzazioni proposte dal ministro Marco Bussetti. Se gli impegni fossero rispettati, in regione potrebbero esserci un migliaio di assunzioni, posto che lo scorso anno le oltre 57 mila nuove immissioni in ruolo corrisposero in Fvg a 1.150 nuovi posti fra materne, elementari, medie e superiori. I numeri si ridurranno probabilmente di un po’, poiché il calo demografico produrrà nel prossimo anno scolastico una flessione di duemila alunni, 1.600 dei quali concentrati fra materne ed elementari.

Tutto dipenderà ovviamente da come si metteranno le cose a Roma, dove al momento il governo propone a Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda di portare in cattedra 55 mila precari e garantire a tutta la categoria un aumento da 120 euro lordi al mese. Le assunzioni riguarderanno il personale con più di tre anni di insegnamento alle spalle, ma ancora privo dell’abilitazione e dunque costretto a vivere di supplenze. Tutta da vedere è però la modalità di reclutamento, col Miur che valuta un corso universitario abilitante di un anno e i sindacati che domandano invece l’assegnazione della cattedra, un anno di prova e infine la valutazione dell’idoneità a insegnare. L’obiettivo è far uscire dal limbo i precari che dal 2014 non hanno più potuto accedere a Siss e Pas.

Le assunzioni non si limiteranno alle stabilizzazioni dei supplenti. Sono infatti in corso le selezioni per circa ottocento insegnanti di materna ed elementare: una via riservata per diplomati alle magistrali prima del 2001 e senza laurea. L’ingresso in ruolo a settembre sarà immediato per metà degli interessati, mentre l’altra metà entrerà in graduatoria.

È inoltre già previsto un nuovo “concorsone” per professori di scuola media e superiore: poco più di 48 mila posti con una partecipazione prevista di 150 mila persone. Il bando dovrebbe uscire a breve, non appena il ministero avrà quantificato i prossimi pensionamenti naturali e quelli derivanti dal ricorso a Quota 100: le prove dovrebbero tenersi in autunno e dunque in vista dell’anno scolastico 2020-2021, quando il fabbisogno di nuovi professori sarà colmato per il 50% dai vincitori del concorso e per l’altra metà dalle graduatorie ad esaurimento.

I sindacati chiedono che un concorso sia avviato al più presto anche per gli insegnanti di materne e primarie, perché i posti vacanti sono ormai troppi. Come spiega Adriano Zonta (Cgil), «con Quota 100 abbiamo cinquantamila uscite potenziali dai vari gradi e dunque la necessità di ulteriori immissioni in ruolo che al momento non sono previste: ecco perché per noi le stabilizzazioni dovrebbero essere centomila in modo da non coprire solo il turnover fisiologico. Al governo non costerebbe nulla, visto che i supplenti vanno comunque pagati e d’estate ricevono i trattamenti per la disoccupazione. Solo così si darà vera stabilità alla scuola». Secondo Zonta, «i reclutamenti sono cosa urgente perché tante graduatorie sono vuote e dunque c’è bisogno di docenti di ruolo, in modo da evitare che le scuole debbano arrangiarsi con supplenti reperiti a volte senza i titoli necessari. Solo un sistema di reclutamento serio dà garanzia occupazionale ai docenti e formativa alle famiglie».

Donato Lamorte (Cisl) ritiene però che «le intenzioni del governo sono poco chiare. Dicono di voler stabilizzare ma i percorsi per i supplenti sono ancora definiti e dunque servono le regole. Noi speriamo che ci sia un percorso di valutazione in uscita e non uno in entrata, che prevede inevitabilmente una prova preselettiva che non darebbe modo di assumere già entro il prossimo anno scolastico». Lamorte chiede «la risoluzione del problema del reclutamento e la valorizzazione di stipendi ormai alla fame: bisogna coprire le troppe vacanze in regione, perché alle primarie siamo all’osso e alle secondarie molte graduatorie sono esaurite. Servirebbero concorsi ogni due anni: col monte di pensionamenti in arrivo avremo buchi in organico giganteschi». —


 

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