Roma impone tagli di spesa al Fvg per 44 milioni
TRIESTE. Roma, con la legge di Stabilità, impone un altro taglio alla spesa delle Regioni. Nulla di diverso dalle anticipazioni del ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, esplicito a inizio ottobre nel prevedere «nuovi sacrifici» per la periferia. Ora ci sono anche i numeri. Il Friuli Venezia Giulia dovrà risparmiare nel 2014 ulteriori 44,5 milioni di euro. Una cifra non gigantesca rispetto ad altri provvedimenti del recente passato, ma che riduce comunque la disponibilità per la legge Finanziaria di fine anno.
Dopo le prime versioni in forma di bozza, spunta la formulazione ufficiale della manovra nazionale, così come limata alla fine della scorsa settimana dopo l’approvazione in Consiglio dei ministri. Con tanto di tabella ad accompagnare l’articolo 13 “Patto di stabilità interno delle Regioni”, inserito nel Titolo IV “Rapporti finanziari con gli enti territoriali”. Per il 2014, si legge nel testo, con le procedure previste dall’articolo 27 della legge 42 del 2009, la cosiddetta Delega al governo in materia di federalismo fiscale, le Regioni a statuto speciale e le Province autonome di Trento e Bolzano sono chiamate ad assicurare «un ulteriore concorso alla finanza pubblica per l'importo complessivo di 240 milioni di euro». Soldi che lo Stato (che alle ordinarie chiede 560 milioni) di fatto decide di trattenere come emerge dal successivo paragrafo: «Fino all'emanazione delle norme di attuazione, l'importo del concorso complessivo è accantonato, a valere sulle quote di compartecipazione ai tributi erariali».
La tabella allegata al provvedimento chiarisce l’impegno Regione per Regione. Si parte dai 106,1 milioni della Sicilia e si prosegue con i 44,5 milioni del Friuli Venezia Giulia (che “pesa” il 18,5% nell’insieme delle autonome), i 41,1 della Sardegna, i 22,8 della Provincia di Bolzano, i 19,9 della Provincia di Trento, i 5,5 della Val d’Aosta. Gli importi indicati, detta ancora il governo, «possono essere modificati, a invarianza di concorso complessivo alla finanza pubblica, mediante accordo da sancire entro il 31 gennaio 2014 nella Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato e le “speciali”».
Al momento si tratta solo di una serie di numeri scritti in una proposta di legge che deve ancora effettuare il lungo iter parlamentare, suscettibile dunque di ogni possibile cambiamento. Ma la Regione Fvg ne ha ovviamente preso atto e gli uffici sono già al lavoro per valutare gli effetti della misura. Francesco Peroni, assessore regionale al Bilancio, rimanda per questo le comunicazioni a dopo la giunta di venerdì, quando informerà i colleghi della novità contenuta nella legge di Stabilità. Argomento in ogni caso molto noto a Palazzo, dato che si tratta di una nuova puntata della partecipazione regionale al processo di attuazione della legge Delega del 2009 (governo Berlusconi), quella che impose a fine 2010 la definizione del controverso protocollo Tondo-Tremonti con conseguente uscita annuale per le casse della Regione fissata in 370 milioni di euro in osservanza dell’articolo 27 di quella norma: anche le “speciali” concorrono al conseguimento degli obiettivi di perequazione e di solidarietà, nonché al patto di stabilità interno e all'assolvimento degli obblighi posti dall'ordinamento comunitario, secondo criteri e modalità stabiliti da norme di attuazione dei rispettivi statuti.
Non certo l’unico contributo dalla periferia al centro. Quest’anno, come emerso recentemente in commissione consiliare, la Regione è chiamata al risanamento dei conti statali per 972 milioni. Nel 2014 andrà perfino peggio: 1 miliardo e 52 milioni. Nel prossimo biennio, in sostanza, il Friuli Venezia Giulia dovrà limitare la spesa per oltre 2 miliardi di euro. È il conto finale della somma dei diversi decreti Tremonti e Monti che hanno sforbiciato ripetutamente le Regioni. La nostra, in era Tondo, ha risposto tra l’altro ricorrendo alla Corte costituzionale. Non è escluso che pure la giunta Serracchiani, a difesa del suo bilancio, proceda in quella direzione.
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