Roma “convoca” la Burgo sul piano industriale

Bellanova incontra a Duino Aurisina il sindaco e le Rsu sulla crisi della cartiera. «Il gruppo non si può dividere in pezzi»
Una recente protesta dei lavoratori della Burgo di Duino
Una recente protesta dei lavoratori della Burgo di Duino

TRIESTE. Puntare sulla diversificazione «tenendo conto delle realtà dei mercati». Questa la ricetta per il futuro della cartiera del gruppo Burgo di Duino indicata ieri dal sottosegretario Teresa Bellanova nell’incontro con le Rsu promosso dal sindaco Vladimir Kukanja.

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Altran Duino-Cartiera Burgo

«Proporremo a breve ai vertici del gruppo - ha detto - un incontro in sede ministeriale, per valutare il piano industriale proposto per garantire la continuità della produzione della cartiera. La filiera istituzionale che rappresento è in grado di marciare in maniera organica, ma sarà necessario allestire un tavolo complessivo sulla Burgo, perché il gruppo non si può dividere in pezzi. Siamo in un settore, quello della carta, che può concedere uno spazio, seppur minimo, di ottimismo, purché i piani industriali siano adeguati alla realtà e tengano conto delle caratteristiche del mercato. Per far ripartire il Paese, serve saper attrarre capitali esteri in virtù delle realtà eccellenti di cui disponiamo. E se si fa il “made in Italy”, deve essere autentico. Chiediamo perciò agli imprenditori un patto - ha concluso - perché la sfida deve essere vinta assieme da Stato e aziende».

Un impegno, quello del governo, a cui si salderà anche l’azione della Regione. «È importante - ha affermato l’assessore al Lavoro Loredana Panariti -, che l’attenzione e il monitoraggio coinvolgano tutte le istituzioni territoriali, il Comune, la Provincia e la Regione, e il livello centrale. Continueremo a operare assieme».

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Altran Duino-Cartiera Burgo

Essenziale però, hanno incalzato i sindacati (presenti all’incontro insieme a Maria Teresa Bassa Poropat e Adele Pino in rappresentanza della Provincia) agire in fretta. «A luglio sarà definito il bilancio del gruppo, con 600 milioni di passivo - afferma Maurizio Goat, della Cgil -. Esistono i presupposti per continuare. Serve un piano industriale per fare indispensabili accordi con altre realtà, ma è necessaria una regia del governo. Con proprietari italiani si va avanti, se arrivano gli stranieri comperano quote di mercato e basta».

«Il settore grafico in Italia è valido - commenta - Massimo Albanesi, della Cisl -. Il bilancio del gruppo è negativo ma non drammatico. La Burgo deve dire cosa vuole fare, perché noi i sacrifici li abbiamo già fatti e pure tanti. Eravamo 800, oggi siamo meno della metà». «Il gruppo è in un momento di difficoltà, dovuto anche all'assenza di un'adeguata pianificazione - chiarisce Luca Mian, della Uil -. Sappiamo di delegazioni estere che vengono a visitare l'impianto ma servono una regia e un interlocutore». All’incontro ha partecipato anche Adriano Valle dell’Ugl.

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