Roma contesta il calcolo della Tari di Trieste, in bilico 5 milioni e il bilancio trema

Sotto accusa la scelta di caricare sugli utenti l’Iva e la quota prevista per ammortizzare gli ammanchi legati all’evasione
Lasorte Trieste 02/11/16 - Piazza Unità, Municipio
Lasorte Trieste 02/11/16 - Piazza Unità, Municipio

TRIESTE. Paolo Polidori, vicario leghista del sindaco Dipiazza con delega al Bilancio, non molla la presa su quello che sente come un possibile risultato politico di prestigio: l’approvazione dell’esercizio 2020 entro l’ormai formale data del 31 dicembre. Un ritorno all’antico che manca da molte sindacature, rispetto al quale a fine agosto Polidori aveva fatto un’avance. Ma c’è un punto di domanda che interviene sul sogno del leghista, rischiando di trasformarlo in incubo: come e quanto si iscriverà a bilancio la Tari, la tassa sui rifiuti?

Polidori rivela l’inghippo di origine romana, che al momento frena l’entusiasmo perchè «senza questo problema non avremmo avuto grandi difficoltà a chiudere il bilancio prima di Capodanno». Un inghippo in due atti che riguarda tutte le civiche amministrazioni ma che potrebbe significare 5 milioni in meno nei conti municipali triestini. Cinque 5 milioni che allora andrebbero reperiti altrove.

Ecco la spiegazione: procedendo verso la Finanziaria, ci sarebbero spinte in ambito governativo a omettere dalla bolletta della tassa il pagamento dell’Iva, alleggerendo l’onere del contribuente-utente per circa il 10%. E infatti, euro più euro meno meno, il 10% dei 33 milioni annui di incasso Tari vale poco oltre i 3 milioni.

Ma questo non è che il primo capitolo, perchè a esso s’aggiunge - prosegue il vicesindaco - l’incidenza in bolletta dell’evasione dal pagamento del tributo: evasione che, in base allo “storico” dell’incasso, nella misura di circa 2 milioni annui viene “spalmata” sul totale dell’utenza. Anche in questo caso Roma pare orientata a disporre che tale meccanismo non venga più adottato, cosicchè i comuni dovranno limitare l’introito a quanto effettivamente riscosso. Allora ricapitoliamo: 3 + 2= 5 milioni in meno.

Polidori non vuole entrare nel merito di questi orientamenti, ma sottolinea che, nel momento in cui al Municipio manchino 5 milioni destinati a opere e servizi, occorre che vengano introdotte nuove modalità di finanziamento a copertura delle risorse tributarie che rischiano di venire meno.

Il bilancio 2020 (e seguenti) soffrirà anche - documenta il vicesindaco - di un inferiore incasso legato ai minori utili prodotti da Trieste Trasporti (60% Comune, 40% Arriva) in seguito al rafforzamento dei servizi sotteso all’aggiudicazione della gara del Tpl. In questo caso è aperto un canale negoziale con la Regione per trovare fondi in grado di surrogare la perdita.

Nel conto 2020 - ricorda Polidori - anche le spese delle Amministrative in calendario l’anno successivo: 800 mila euro saranno appostati in vista dell’appuntamento elettorale.

Il Dipartimento finanze & tributi ha perso in quattro anni 9 addetti, andati in pensione. A inizio 2020 - annuncia il vicesindaco - verranno banditi 4 posti e i vincitori saranno impiegati nella verifica incrociata con le imposte erariali. Perchè? Perchè se il Comune scopre forme di evasione relative a tasse statali, ha diritto a incassare la somma recuperata. Che non è affatto trascurabile, essendo ammontato nello “storico” a una milionata annua di euro. Polidori calcola, in base all’esperienza della struttura, che un dipendente possa “fruttare” circa 250 mila euro/anno.

Infine, nella già citata comunicazione di fine agosto, il pubblico amministratore leghista aveva prospettato una “spending review” nella macchina comunale, puntata al meccanismo di formazione di spesa. Un’attività che impegnerà due addetti interni e un profilo variabile a seconda dell’argomento trattato. Primo round iniziato due settimane fa: obiettivo welfare.


 

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