Rogo di via Settefontane Al lavoro un chimico Arpa

L'esperto esaminerà il contenitore trovato vicino al cadavere di Roberto Monti. Morto anche il cane Lucky, intossicato dal fumo

TRIESTE. Sarà un chimico dell'Arpa a svelare il giallo di via Settefontane. Il tecnico dovrà esaminare il contenitore trovato vicino al cadavere carbonizzato di Roberto Monti. Secondo i carabinieri del Ris, infatti, il barattolo deformato dal calore avrebbe contenuto una sostanza accelerante. Benzina, un prodotto chimico o probabilmente alcol che, innescato da una scintilla, ha provocato una fiammata devastante. Nei prossimi giorni il pm Maddalena Chergia conferirà l'incarico al consulente. Il perito avrà almeno un mese di tempo per identificare la natura della sostanza, consentendo così agli investigatori di ricostruire con precisione quello che è avvenuto lunedì scorso nell'appartamento al secondo piano dello stabile di via Settefontane 18.

Il pm Chergia intanto si appresta a conferire al medico legale Fulvio Costantinides l'incarico per effettuare l'autopsia sul cadavere di Roberto Monti, 35 anni, rinvenuto carbonizzato nella sua camera da letto. Anche questi risultati contribuiranno in maniera determinante a capire non solo la dinamica del rogo, ma anche la presenza di sostanze particolari. Intanto l'altra sera è morto Lucky, il cane meticcio di undici mesi della giornalista Micol Brusaferro, che abita nell'appartamento sottostante a quello andato a fuoco. Il cagnolino, che si trovava solo in casa, era stato tratto in salvo dai pompieri dopo essere rimasto intossicato dal fumo passato attraverso il pavimento dell'appartamento devastato.

Privo di sensi, Lucky era stato portato immediatamente da un veterinario per essere sottoposto a una terapia con l'ossigeno. In un primo momento sembrava essersi ripreso, ma dopo circa 24 ore aveva iniziato a manifestare convulsioni di natura neurologica. L'assenza di ossigeno gli aveva causato danni permanenti al sistema nervoso, e per questo era stato sedato. L'altra sera però una crisi cardiaca lo ha stroncato: non ce l'ha fatta. Nei giorni scorsi intanto i vigili del fuoco hanno effettuato vari sopralluoghi nell'appartamento devastato. Le verifiche hanno riguardato non solo la messa in sicurezza dell'appartamento in cui è morto Roberto Monti, ma anche e soprattutto la ricerca di altri elementi che serviranno per chiarire la dinamica del rogo alla luce anche delle risultanze delle analisi che saranno sviluppate nei laboratori dell'Arpa. Si cercano particolari, indizi per spiegare la possibilità di un gesto volontario da parte dello stesso Monti. Un gesto, secondo le prime ipotesi, tanto plateale quanto devastante. Roberto Monti è stato descritto ai carabinieri come un uomo che in questo ultimo periodo soffriva di una grave forma di depressione.

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