Rogo all'Hilton, l’allarme alle 2.40 e poi l'evacuazione degli ospiti: «Giù con il pigiama in direzione hall»

La sveglia improvvisa di quanti dormivano nelle stanze: «Nessun momento di panico anche grazie al personale»

TRIESTE. Alcuni sono usciti in ciabatte e pigiama, altri hanno indossato velocemente maglione e pantaloni, e si sono riversati nella hall dell’albergo, dopo essere stati bruscamente svegliati alle 2.40 dall’allarme antincendio. Nessuna scena di panico, ma una comprensibile preoccupazione per quanto accaduto nel mezzo della notte. È stato un sonno agitato, quello dei 24 ospiti dell’Hilton, che son stati evacuati e trasferiti all’Nh Hotel, dove hanno effettuato le regolari procedure di check-in. A eccezione di alcuni stranieri, nella gran parte dei casi si trattava di ospiti italiani a Trieste per lavoro, che già nelle prime ore del mattino, come confermato dallo stesso hotel Nh, avevano lasciato le loro stanze.

Come Fulvio Maresca, ingegnere, partito presto alla volta di Padova. «Mi sono alzato di soprassalto alle 2.45, svegliato dal rumore fortissimo dell’antincendio - racconta -. Speravo si trattasse solo di un falso allarme, ma ho capito presto che non era il caso di indugiare. Ho chiamato la reception, ma la linea era occupata, così sono sceso nella hall, in pigiama, con addosso il cappotto e le scarpe, portando con me solo gli oggetti essenziali come cellulare, orologio e portafoglio. Alcuni ospiti erano già all’ingresso con le borse in mano, altri in ciabatte e pigiama. Eravamo tutti un po’ storditi, vista l’ora, ma la situazione è sempre stata sotto controllo.

Subito dopo - continua - ci hanno fatti uscire all’esterno, dove siamo rimasti per un’ora, mentre i vigili del fuoco domavano le fiamme e l’allarme continuava a suonare. Poi ci hanno fatto rientrare, in una stanza al pianoterra, nell’ala destra, dove siamo rimasti un’altra mezz’ora, prima di salire alle nostre stanze, accompagnati dai vigili del fuoco, che ci hanno consentito di recuperare le nostre cose in una quindicina di minuti. A quel punto - conclude - siamo stati accompagnati con alcuni taxi all’Nh».

Un racconto che ricalca quello di un altro ospite, Sergio Tacconi, anch’egli ingegnere: «Nonostante il disagio dello spostamento, ho avuto l’impressione che il personale fosse assolutamente preparato. Hanno fatto l’appello, quando eravamo all’esterno, e si sono prodigati per assistere tutti con grande calma e professionalità. Non ho assistito a scene di panico e nemmeno di particolare nervosismo: abbiamo vissuto un disagio ma tutti sembravano aver compreso la straordinarietà della situazione». 

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