I roghi all’ex Gervasi di Gorizia: dall’assicurazione mezzo milione di euro
Due incendi (dalla dubbia origine) scoppiarono nel 2021, poi calò il silenzio. Ora arrivano i soldi per la manutenzione della caserma dismessa della Gdf
![Dalle foto scattate da Roberto Marega, emerge lo stato in cui versa l’ex caserma Gervasi che è inutilizzata da quasi 15 anni](https://images.ilpiccolo.it/view/acePublic/alias/contentid/1h52moe4fud6pxfr5sp/0/copia-di-copy-of-ex-caserma-finanza-in-autoporto.webp?f=16%3A9&w=840)
Quegli incendi (piuttosto strani) si lasciarono alle spalle diversi e sinistri punti interrogativi. Era il 2 novembre 2021 e si verificò un rogo ai danni dell’ex caserma Gervasi e di parte del suo contenuto, di proprietà del Comune di Gorizia. Intervennero i vigili del fuoco e anche le forze dell’ordine per cercare di capire quali fossero le origini del rogo. La stranezza fu costituita dal fatto che, alcuni giorni dopo (era l’8 novembre sempre del 2021), si verificò un altro incendio con la medesima dinamica. I sinistri vennero regolarmente denunciati alla Compagnia assicuratrice della polizza-incendio del Comune.
I soldi in arrivo
Successivamente, venne affidato l’incarico di perizia di parte allo studio CarmaQuadro srl. Perché ne parliamo oggi? Perché, a distanza di oltre tre anni, dopo numerosi incontri in contradditorio con la compagnia assicurativa, la somma spettante al Comune è stata quantificata in quasi mezzo milione di euro (458.386,90 euro per la precisione) a ristoro dei danni subiti. Ed è così che, attraverso una determina affissa all’Albo pretorio del Comune, è stato approvato il quadro economico degli interventi e accertata la somma in entrata finanziata come rimborso assicurativo. Già nei mesi passati, il servizio economato e provveditorato aveva provveduto ad affidare alla ditta “Per spa” «la bonifica delle parti combuste per consentire un primo intervento di messa in sicurezza dell’immobile da parte dei servizi manutentivi». Pertanto, il programma è di procedere con la sostituzione dei serramenti danneggiati «al fine di poter consentire - si legge nella determina - i successivi interventi di minima manutenzione straordinaria per il ripristino delle parti edili e impiantistiche».
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Quegli incendi sospetti
Due incendi simili, dicevamo. A distanza di pochi giorni uno dall’altro. E nella stessa struttura abbandonata da anni in cui non doveva esserci anima viva e in cui le utenze erano state staccate da tanto tempo, visto che l’edificio era (ed è) inutilizzato. Eppure, per ben due volte nel 2021, i vigili del fuoco del Comando provinciale di Gorizia dovettero intervenire nella vecchia caserma della Guardia di finanza che sorge non lontano dall’autoporto della Sdag. In entrambi i casi, ad essere avvolti dalle fiamme furono materiali plastici accatastati all’interno.
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Il sequestro
«Si tratta - spiegò allora il Comune, proprietario della struttura - di materiale sotto sequestro che era stoccato all’interno. Sono soprattutto giocattoli, in larga parte di produzione cinese, tolti dal mercato perché privi delle certificazioni di sicurezza imposte dall’Unione europea». L’intero immobile venne posto sotto sequestro penale e, sugli accessi, furono apposti i sigilli. Le testimonianze raccolte, allora, nelle vicinanze, parlavano di diverse entrate abusive da parte di estranei. Siccome le utenze, dicevamo, erano staccate, si escluse immediatamente l’ipotesi del corto circuito.
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Il futuro dell’immobile
L’ex caserma Gervasi non è stata mai inserita negli annuali Piani delle alienazioni. Mai. Significa che non c’è l’intenzione di disfarsi di quella struttura che non ha molti anni sul groppone. L’immobile, dicevamo, è di proprietà del Comune che, per trent’anni (il primo contratto è datato 6 maggio 1980 e cessò nel dicembre del 2010) ha riscosso dalle Fiamme gialle un canone d’affitto che, nell’ultimo anno di permanenza dei finanzieri alla Gervasi, ammontava a 98 mila 675 euro. Poi, la struttura venne chiusa. «L’obiettivo è di riutilizzarla - spiega il sindaco Rodolfo Ziberna -. Ma non nascondo che ci sono due problemi che la stanno rendendo poco appetibile: è fuori mano ed è “incollegabile” con i trasporti pubblici. Io non demordo e, anzi, approfitto di questa occasione per richiamare l’attenzione di eventuali investitori».
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