Rodolfo Perco l’architetto goriziano della “Vienna Rossa”

PUNTI DI VISTA
L’architetto goriziano Rodolfo Perco (1884-1942) è noto a Vienna per i suoi eleganti megablocchi di case popolari, programma pilastro dell’amministrazione socialdemocratica della capitale dell’ex Impero con oltre 60 mila alloggi realizzati dal 1918 al 1934. Le Gemeindebau, la famosa Vienna Rossa, con i suoi Höfe: grandi falansteri per famiglie operaie, ghetti emarginati in Italia come il Corviale da 7 mila abitanti a Roma o a Trieste il piccolo Rozzol Melara di soli 468 appartamenti. In Austria questi enormi complessi popolari funzionano anche oggi benissimo e il più noto è il Karl-Marx-Hof con 1382 alloggi, splendido razionalismo del 1930 del viennese Karl Ehn, allievo di Otto Wagner, superato nel 1933 dal Friedrich-Engels-Platz-Komplex coi 1467 appartamenti di Perco, pure lui wagnerschule.
Le biografie tedesche dell’architetto goriziano, cui a Vienna è stata dedicata nel 1990 la Percostraße nel quartiere di Kagran, riportano nato a Gorizia da padre Andrea Perco sloveno e madre italiana Elisa Manaigo di famiglia operaia a Vienna dal 1890, oppure di antica famiglia mercantile austriaca di Gorizia. Più probabilmente era figlio di quell’Andrea Perco autore nel 1902 della splendida Officina di elettricità Sezessionstil delle ex Municipalizzate in via IX Agosto, come scrisse Sergio Tavano in “Architettura goriziana negli anni del Liberty” nel 2009.
Tenente dell’esercito austro-ungarico, col compagno d’arme lo scultore trentino Remo Stringari è incaricato a fine 1915 per un ossario da seimila caduti al Cimitero di Trento. Inaugurato l’8 dicembre del 1917, titolava in tedesco “Den Helden der Glorreichen Kämpfe um Südtirol 1915-191__”, con lo spazio nella data lasciato vuoto per il numero di una fine che ancora doveva venire. Spostato in un angolo durante il fascismo per fare posto al Sacrario militare italiano e ancora nel 1972 per il cimitero civile, rimane il sarcofago senza più la scenografica corona di pilastri, fumanti nella foto.
Su Wikipedia tedesca si racconta che «a causa della sua personalità difficile e solitaria (celibe per il resto della sua vita), i problemi di Rudolf Perco si intensificarono ulteriormente…si offrì alle autorità naziste e finalmente ottenne un lavoro nel dipartimento edilizio», ma «ancorché coinvolto nei piani di espansione per la “Grande Vienna” dopo il suo inaspettato licenziamento, le cui cause non sono chiare – ma forse a causa di intrighi interni – si suicidò infine». –
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