Roberto Speranza arriva in Fvg e avvisa il governo «Gentiloni cambi marcia»

Il leader di Mdp, domani ospite dell’assemblea regionale, contesta il Renzi bis. «Patto inaccettabile con Berlusconi. In Friuli Venezia Giulia confronto sul merito»
Roberto Speranza durante la presentazione del simbolo del Movimento democratico e progressista (Mdp) presso il Tempio di Adriano a Roma, 22 marzo 2017. ANSA/CLAUDIO PERI
Roberto Speranza durante la presentazione del simbolo del Movimento democratico e progressista (Mdp) presso il Tempio di Adriano a Roma, 22 marzo 2017. ANSA/CLAUDIO PERI

TRIESTE. Il Renzi bis non convince per nulla. Anzi, «il Pd è ancor di più a immagine e somiglianza del suo leader». Roberto Speranza, domani a Gradisca all’assemblea regionale di Articolo 1-Mdp, continua a restare distante dal partito di cui è stato capogruppo alla Camera. L’ambizione è quella di potercela fare senza i dem: «In Italia c’è spazio per una forza alternativa che unisca le anime progressiste». Non l’ennesimo partitino, ma una vera forza di governo.



A Gradisca inizia il percorso anche in Friuli Venezia Giulia. Qual è il messaggio che trasmetterà agli aderenti a Mdp?

Vogliamo ridare una casa a un popolo di centrosinistra e di sinistra che non ha condiviso le politiche sbagliate del Pd di Renzi.

Una casa anche solo per garantirsi il posto in lista alle prossime politiche?

Io mi sono dimesso da capogruppo del più grande gruppo parlamentare della storia repubblicana per difendere le mie idee. Avessi voluto salvare la poltrona, sarei rimasto nel Pd. Non solo il solo. In tanti hanno preferito portare avanti una grande battaglia culturale per recuperare milioni di elettori delusi da quanto visto, e non compreso, negli ultimi anni.

A chi pensa in particolare?

Ai lavoratori che non hanno condiviso l’idea di fondo del Jobs Act, è cioè che la competitività si possa costruire comprimendo i diritti anziché allargarli. Agli insegnanti e agli studenti che non possono accettare una riforma costruita contro di loro. A un mondo di ambientalisti che non può capire la frenesia di Renzi a difesa delle trivelle. A chi chiede più equità fiscale e ha visto tolta la tassa sulla prima casa anche ai milionari. La nostra è una battaglia per ricucire tutte queste fratture ed evitare che questo popolo o si astenga o venga attratto dal voto per il Movimento 5 Stelle.

Con questo Pd è impossibile allearsi?

Le alleanze non si possono fare senza partire dal progetto di Paese che si ha in testa. Con il progetto di Paese del Pd non ci possono essere margini. Lo dico con rispetto per la comunità democratica nella quale ho vissuto a lungo, ma purtroppo la leadership del Pd in questa fase ha stravolto l’impianto valoriale e identitario con il quale il partito era nato.

Ius soli e biotestamento, Speranza: "Non approvare leggi sarebbe un fallimento"


Dopo le primarie non è cambiato nulla?

Il Pd è sempre più un partito personale. E ciò mi spinge ulteriormente a parlare con chi non si fida più di questo tipo di impostazione.

Come giudica il tentativo di Giuliano Pisapia di aggregare la sinistra?

L’impegno di Pisapia rappresenta una risorsa fondamentale per provare a costruire quella casa. Saremo insieme in piazza il 1 luglio, il fatto politico più importante di queste settimane. Si avvia un percorso serio per rendere solide le fondamenta.

Al governo Gentiloni cosa suggerisce?

Di cambiare marcia. Serve una svolta a partire dalle questioni economiche e sociali. Bisogna rimettere al centro gli investimenti per sviluppare nuova e buona occupazione. E c’è poi tanto bisogno di equità. Alcune scelte sono state per noi drammaticamente sbagliate, a partire dalla reintroduzione dei voucher.

Due giorni fa il Senato ha bocciato la vostra mozione sul caso Consip che chiedeva il ritiro delle deleghe del ministro Lotti. Che segnale è?

Il patto Berlusconi-Renzi ha tenuto. Nulla di sorprendente, ma la posizione di Lotti resta debolissima.

Il patto del Nazareno è tornato?

Non solo. La forte sintonia tra Renzi e Berlusconi è una visione di prospettiva. Il voto di Fi a sostegno di Lotti è un pezzo di questa strategia.

Perché di legge elettorale non si parla più?

Un errore grave, non a caso chiederemo una ricalendarizzazione. Così com’è oggi il sistema con soglia al 3% alla Camera e al 8% al Senato non ci convince. Tanto meno i capilista bloccati.

In Fvg si vota per la Regione nel 2018. Le alleanze sono forse più facili da stringere nei territori?

Dipende dal progetto messo in campo. Il confronto dovrà partire dal merito.

Debora Serracchiani, probabilmente, non ci sarà. Come valuta il lavoro della presidente?

Serracchiani, negli anni della vicesegreteria, ha mostrato poca autonomia da Renzi. Mi ha convinto molto di più la Debora delle origini.

Nasce 'Democratici e progressisti', Speranza: ''Lavoro e giovani le priorità''

Riproduzione riservata © Il Piccolo