Ro-ro, Samer in Tribunale contro Teseco
Violazione delle leggi in materia di aiuti di Stato e concorrenza sleale. Con queste motivazioni la Samer & c. Shipping srl ha presentato ricorso al Tribunale civile di Trieste contro la Teseco spa, chiedendo al giudice di impedire alla stessa società di disporre dei terreni ex Aquila e di invitare Ezit e Autorità portuale a non firmare concessioni e autorizzazioni che consentano a Teseco di svolgere attività economiche in quell'area.
Oggetto del contendere il progetto del nuovo terminal ro-ro (camion su traghetti) che si intende realizzare sulla superficie un tempo occupata dalla raffineria di Aquilinia, a ridosso del canale navigabile di Zaule. Al di là delle motivazioni addotte nel ricorso, inoltre, la decisione della Samer Shipping è destinata a sollevare un polverone di lunga durata, in quanto mette in luce un altro problema di non poco conto: il mancato rispetto dell'Accordo di programma del 2005 indetto dalla Regione, poiché l'area non è mai stata bonificata.
La stesura della documentazione recapitata al Tribunale dagli avvocati Davide Maresca e Laura Norcio ricostruisce quanto avvenuto negli ultimi anni in merito al recupero dell'ex Aquila. Aggiungendo la storia della trattativa commerciale in corso, per un accordo relativo alla realizzazione del nuovo terminal traghetti, con il conseguente spostamento dell'ingombrante traffico di Tir da Riva Traiana, oggi diretti proprio agli imbarchi della Samer Shipping.
Nel 2003 l’Ezit aveva autorizzato Teseco – specializzata in bonifiche e ingegneria ambientale - ad acquistare (dalla Si.lo.ne srl e dall'Aquila spa in liquidazione) le aree ex Aquila per l’importo simbolico di 1 euro al metro quadrato, con l'obbligo di bonificarle. Una volta eseguiti gli interventi, Teseco avrebbe dovuto ritrasferire il terreno all’Ezit a un prezzo non inferiore ai 25 euro e non superiore ai 30 euro al metro quadrato, come previsto dall’Accordo di Programma stipulato il 28 dicembre 2005 tra Regione, Provincia, Comuni di Muggia, Trieste, San Dorligo della Valle-Dolina, Ezit e la stessa Teseco.
«Ad oggi la sottozona A - ex Aquila - non è stata bonificata e l’Accordo di Programma, scaduto, non è stato rinnovato. Nel frattempo, la Teseco spa ha richiesto all’Authority il rilascio di concessione demaniale marittima sull’area posta a valle rispetto all’area dell’ex Aquila, necessaria per ottenere l’accesso al mare» spiega la Samer Shipping nel ricorso. Per ottenere una concessione demaniale portuale - prosegue il documento – Teseco avrebbe presentato una garanzia basata su volumi di traffico riferibili all’attività oggi svolta proprio da Samer. «Più precisamente la Teseco indica quali clienti, che si impegna a portare sul nuovo terminale che ottenesse in concessione, quelli oggi di Samer – si scrive nel ricorso - che utilizzano Riva Traiana». La Samer Shipping, inoltre, dice di avere ricevuto un'offerta di vendita dell'area a un prezzo 187 volte superiore a quello pagato e senza che sia stata posta in essere alcuna bonifica.
Teseco, infatti, avrebbe proposto la cessione del terreno per circa 40 milioni di euro. «Prezzo ben superiore – si fa notare nel ricorso – sia al prezzo pagato dalla Teseco (1 euro a metro quadrato), sia al prezzo prefissato di ritrasferimento all'Ezit dopo la bonifica (25-30 euro al metro quadrato), ma anche al valore dell’area stessa bonificata e infrastrutturata, stimato dall’Autorità portuale di Trieste in 17 milioni di euro».
Per questi motivi viene chiesto al Tribunale di prendere in via di urgenza i provvedimenti ritenuti necessari affinché Teseco non svolga l’attività economica terminalistica e non disponga di tale aree «se non nel rispetto dell’ordinamento interno e comunitario». Fra i provvedimenti invocati ci sono anche l’invito all’Ezit e all’Authority a «non dare seguito ad atti amministrativi attuativi della situazione illecita descritta ed al rilascio della concessione a favore di Teseco», fino a che non si sarà pronunciato lo stesso Tribunale.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo