Rizzani de Eccher vende Portopiccolo, in pista un Fondo internazionale
Closing entro l’autunno. Operazione mirata a riallineare i conti del Gruppo dopo un anno difficile per il settore costruzioni
DUINO AURISINA L’ennesimo anno difficile per le costruzioni, il 2018, che ha pesato sul bilancio del Gruppo. E un’operazione, la vendita di Portopiccolo, il borgo marinaro nel golfo di Trieste, fiore all’occhiello di Rizzani de Eccher, per rimettere in linea i principali indicatori economici. L’affare, che vale decine di milioni di euro, sarà finalizzato tra uno o due mesi, entro l’autunno. Il closing è solo una questione di tempo per definire i dettagli del business, ma gli attori in campo ci sono già.
Rizzani de Eccher ha infatti ricevuto in questi giorni una lettera di impegno vincolante, da parte di un Fondo internazionale di private equity (il cui nome non è stato divulgato, ma non sarà l’americano Oaktree) per l’acquisto del complesso turistico, vale a dire appartamenti, ville, un albergo di lusso, negozi, ristoranti, la Spa e le strutture legate a benessere e cura della persona. Il Fondo, che ha una consolidata esperienza nell’ambito del turismo, opera già con rilevanti investimenti in mezza Europa.
Il meccanismo che porterà alla cessione di Portopiccolo è una vera e propria operazione di ingegneria finanziaria. È prevista la vendita della parte del complesso immobiliare oggi detenuta da Rilke Srl (società controllata dal Gruppo Rizzani de Eccher) a un Fondo immobiliare di diritto italiano, che sarà costituito per l’occasione, e la successiva cessione di una quota di controllo al Fondo stesso, che proseguirà l’attività sulla base di un piano di investimenti già delineato e sviluppando le sinergie con gli operatori turistici presenti e con nuove realtà, mettendo a disposizione di Portopiccolo la sua pluriennale esperienza e il suo know how. La governance sarà affidata al Fondo, mentre de Eccher manterrà una quota, minoritaria, di partecipazione.
La vendita del borgo marinaro nella baia di Sistiana è uno dei cardini del piano strategico 2019-2023 che l’impresa di costruzioni friulana ha deciso di avviare per fronteggiare la complicata situazione congiunturale creatasi nel settore. Il piano prevede una complessiva riorganizzazione societaria e la rifocalizzazione sul proprio core business di general contractor, con l’obiettivo primario di riqualificare le fonti di finanziamento, ponendo così le basi per una decisa ripresa del trend positivo che ha contraddistinto le performance del Gruppo fino al 2017, quando per la prima volta nella sua storia, il fatturato sfondò quota 1 miliardo di euro (1.073 milioni per la precisione). Il bilancio chiuso al 31 dicembre 2018, che risente dunque della svalutazione di Portopiccolo, evidenzia un valore della produzione complessivo di 956,2 milioni di euro e un Ebitda pari a 35,2 milioni (62,3 milioni nel 2017). Il risultato netto ha registrato un passivo di 46 milioni (utile di 21,2 milioni nel 2017), pure questo determinato dalla svalutazione del complesso immobiliare, resasi necessaria a seguito della decisione di cederne il controllo. L’84% del fatturato Rizzani de Eccher è stato realizzato all’estero e per il 16% sul mercato italiano. Il portafoglio lavori al termine dell’esercizio risulta pari a 1.880 milioni di euro, con una incidenza delle commesse estere superiore all’85%. Molto promettenti i primi 4 mesi del 2019 che hanno visto acquisizioni del Gruppo pari a 460 milioni.
«Il 2018 è stato un anno difficile - commenta il presidente Marco de Eccher – e così abbiamo deciso un percorso di consolidamento attraverso una serie mirata di azioni. La cessione di Portopiccolo è una delle operazioni straordinarie volte a centrare questo obiettivo, riconducendo gli indicatori finanziari ai livelli precedenti. Anche la fusione delle due principali realtà societarie del Gruppo con l’incorporazione di Codest International da parte della capogruppo avrà effetti complessivamente positivi sia in termini organizzativi sia commerciali. Il Gruppo rimane solido e ci sono incoraggianti prospettive per il futuro. La strategia messa in campo ha consentito infatti di ampliare il portafoglio commesse in America e in Europa». —
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