Rivoluzione gazebo: dovranno essere più unifomi e eleganti
«Questo è un documento emendabile, non certamente blindato». Lo dice chiaramente l’assessore comunale all’Urbanistica riferendosi al “Regolamento sui dehors, per la disciplina degli spazi di ristoro all’aperto annessi ad attività commerciali di somministrazione di alimenti e bevande” che sarà discusso oggi (ed eventualmente lunedì 23 febbraio 2015) sempre alle 17.30 in Consiglio comunale. Il tema è spinoso perché si tratta di andare a regolamentare la presenza dei gazebo esterni ai bar: strutture che oggi si caratterizzano per l’estrema eterogeneità e, in alcuni casi, per la loro indiscutibile bruttezza.
Del resto, i dehors sono ormai diventati un elemento caratteristico dell’arredo urbano. Gazebo, poltroncine, divani, tavolini esterni ai bar sono sempre più numerosi nelle vie più centrali di Gorizia (Corso Italia soprattutto). Non essendone, ad oggi, specificatamente “normate” e coordinate l’estetica e le caratteristiche, la loro configurazione rischia di dipendere essenzialmente dall’iniziativa e dal gusto degli esercenti. Ne consegue che questi allestimenti, estremamente eterogenei per tipologia, morfologia e dimensioni, possono contribuire, se non opportunamente regolamentati, a ridurre la qualità «percettiva e fruitiva dello spazio urbano», che è un prezioso bene collettivo. Inoltre, la scarsa qualità realizzativa di alcuni di essi arriva persino a danneggiare l’immagine stessa della città.
«È chiaro che quando si va a cambiare una situazione ormai consolidata, c’è interesse e fioccano osservazioni anche all’ultimo momento - sottolinea Pettarin -. Per questo, siamo aperti alla discussione e agli emendamenti. Il nostro obiettivo è di uniformare l’aspetto dei dehors. Attenzione: uniformità non significa anonimato». In base alle attrezzature impiegate e al relativo impatto sullo spazio pubblico, i dehors consentiti dal regolamento sono classificati come segue: dehors di tipo A: allestimento costituito prevalentemente da sedie, poltroncine, divanetti e tavolini, con l’utilizzo eventuale di ombrelloni, tende a sbraccio ed altri elementi accessori come pannelli trasparenti di delimitazione o fioriere; dehors di tipo B: allestimento del tipo precedente a cui si aggiunge l’utilizzo di pedane; dehors di tipo C: strutture prefabbricate facilmente amovibili, tipo gazebo, da collocare nelle zone che il vigente Prgc classifica come “Aree per la viabilità”, con intelaiatura ancorata al suolo ed eventualmente a parete, pedana, delimitazioni laterali e struttura di copertura con tessuto ombreggiante.
Entrando nella specifico, ai fini della regolamentazione dell’inserimento dei dehors, il territorio comunale è suddiviso in 3 ambiti di riferimento: centro storico (città antica e Castello); vie del centro cittadino, esterne al centro storico ma considerate di primaria importanza per la riqualificazione della città; parte rimanente del territorio comunale. Nell’ambito del centro storico (zona omogenea A del Prgc) non è consentita la collocazione dei dehors di tipo B e C. Nelle “vie del centro cittadino”, quando presente pavimentazione in pietra, non sarà consentita la collocazione dei dehors di tipo B, mentre quelli di tipo C saranno consentiti unicamente lungo i controviali di Corso Italia. Nella parte rimanente del territorio comunale si potranno installare tutte le tipologie di dehors. Altro elemento importante: le caratteristiche del dehors non devono subire modifiche rispetto a quanto previsto dalla concessione o autorizzazione rilasciata.
Una curiosità nel finale. Vengono anche elencate le caratterisiche che dovranno avere i dehors. Lungo corso Italia, la struttura dovrà «essere delle tonalità del color grigio, antracite o canna di fucile. Il colore del telo o tessuto dovrà essere in tinta unita chiara (bianco, crema, ecrù, grigio) e adeguato al contesto (facciate edifici limitrofi). L’involucro è pensato trasparente con pennellature perimetrali di altezza massima pari a metri 1,80, in vetro o cristallo temperato e struttura in alluminio», si legge nella bozza di regolamente che sarà in discussa in consiglio comunale.
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