Rivoluzione dei ticket al via: in vigore la quota “a fascia”
TRIESTE. Gli annunci si sono ripetuti e la partenza è slittata. Da febbraio ad aprile. Poi a maggio. Ma adesso ci siamo, nonostante i Caf dei sindacati lancino l’allarme sulla difficoltà di chiudere le pratiche Isee. Da domani, 1° maggio, in Friuli Venezia Giulia entra in vigore la riforma del superticket sanitario. La “quota fissa” di 10 euro che i cittadini non esenti devono pagare in aggiunta al ticket varierà, a seconda del costo dell’esame, da 0 a 20 euro. E verrà invece cancellata per chi attesterà un reddito Isee del nucleo familiare non superiore ai 15mila euro annui.
«Aboliremo il ticket», aveva promesso la candidata presidente in campagna elettorale. Non è riuscita a farlo, come auspicato, nei primi cento giorni di governo e l’opposizione gliel’ha ricordato ripetutamente. Ma, nell’atto di confezionare la seconda Finanziaria del mandato, il colpo è riuscito. A metà novembre, in conferenza stampa, Debora Serracchiani e Maria Sandra Telesca, assessore alla sanità, ufficializzarono la conclusione di una lunga trattativa con lo Stato e la messa a punto di un’operazione su due fronti.
Da un lato la rimodulazione dei 10 euro introdotti da una manovra nazionale del 2011 come quota fissa su ogni ricetta di assistiti non esenti ai quali siano state prescritte prestazioni specialistiche come visite mediche, esami di laboratorio, diagnostica per immagini, terapie riabilitative. Dall’altro un provvedimento regionale – 5 milioni di euro la posta per il 2015 – che abbatte il ticket a zero per le fasce deboli. Secondo le stime, a beneficiare del provvedimento sarà una platea di 200mila persone. Sei mesi dopo, dunque, si parte. Il meccanismo è semplice, come assicurato dall’assessorato alla Salute. Insiel ha predisposto un programma informatico per gestire le nuove regole e le Aziende sanitarie, cui è stato fornito il software, sono in grado di annotare a sistema il diritto all’esenzione, previa presentazione della documentazione relativa all’Isee, già al momento dell’effettuazione della prima prestazione. Dopo di che, una volta inserito nei sistemi informatici del Ssr, l’utente non dovrà più portare con sé alcun documento, sempre che non sia nel frattempo cambiata la situazione reddituale. Nonostante il pressing dei sindacati, che da settimane chiedono una proroga in conseguenza dei tempi lunghi per la definizione delle pratiche a seguito della rivisitazione governativa dell’Isee, la giunta non ha ritenuto di dover rinviare l’avvio del beneficio.
«Per averne diritto – ricorda Telesca – non occorre presentare il modello entro venerdì, ma semplicemente al primo accesso. Non tutti gli interessati ne avranno bisogno subito e i tempi, dunque, si dilatano». Contestualmente entra in vigore anche la rimodulazione del superticket, novità che interessa tutti i cittadini con Isee superiore ai 15mila euro. Per le prestazioni sanitarie di valore inferiore ai 5 euro non si pagherà alcuna quota aggiuntiva al servizio pubblico, mentre si dovrà mettere mano al portafogli per 1,5 euro per prestazioni tra i 5 e i 10 euro, 3 euro per quelle tra i 10 e i 15 euro, 4,5 euro tra i 15 e i 20 euro, e così via fino a superare gli attuali 10 euro nel caso in cui le prestazioni costino oltre i 35 euro, con il massimo di 20 euro per quelle sopra i 70 euro. A conti fatti, si pagherà meno di prima in quasi sei casi su dieci rispetto a oggi. Stando alla tabella che la giunta ha preso a riferimento per la rimodulazione, su un totale di 1.578.181 visite o esami, 909.045 (il 57,6%) avranno un ticket inferiore ai 10 euro.
Accade di rado di cercare un unico valore nel sangue (le ricette per prestazioni sotto i 5 euro sono solo il 3,3%), mentre la fascia più numerosa (20,9%) è tra i 25 e i 30 euro (visita generale, oculistica, ginecologica, neurologica, radiografia del torace, elettroencefalogramma, spirometria), quella in cui l’esecutivo ha stabilito un ticket di 7,5 euro. Nel 12,3% dei casi, prestazioni tra i 15 e i 20 euro (elettrocardiogramma, esame dell’udito, rinoscopia, biopsia ghiandolare), la seconda fascia per numero di ricette, il ticket sarà invece di 4,5 euro. Nel restante 40% dei casi il ticket supererà i 10 euro, con la punta massima (20,8%) per le prestazioni sopra i 70 euro (iridectomia, biopsia bronchiale, colonscopia, endoscopia apparato digerente, amniocentesi, tac, risonanza magnetica). Un salasso per un cittadino su cinque, ma Telesca invita a pesare con attenzione le cifre. «In vari casi – spiega l’assessore – tac e risonanze si fanno una volta nella vita. Quando invece vi si deve ricorrere più di frequente, è molto probabile che il cittadino colpito da determinate patologie entri in regime di esenzione».
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