Rivolta per i dehors a Trieste: ombrelloni e fioriere sotto il Municipio

Il 30 aprile in piazza Unità plateale protesta di un gruppo di esercenti contro il Comune. «Si è fatto imporre il regolamento dalla Soprintendente»
Silvano Trieste 15/01/2011 Dehors a Trieste
Silvano Trieste 15/01/2011 Dehors a Trieste

I gestori degli esercizi pubblici di Trieste alzano la voce. La protesta contro il nuovo regolamento sui dehors si fa accesa. E per il prossimo 30 aprile, alle 10.30, un gruppo di titolari di bar e ristoranti sta autonomamente organizzando una manifestazione di protesta sotto al Municipio. «Porteremo al sindaco i nostri ombrelloni colorati, - anticipa Gianni Varini, capofila della protesta e titolare del buffet Al Spaceto - piantine o mazzi di fiori a rappresentare le nostre fioriere visto che ora li dovremo buttare via. Il Comune ha accettato le imposizioni della Soprintendente, - continua - per farsi approvare il nuovo Piano Regolatore, a nostre spese»

A poco più di una settimana dall'approvazione in Consiglio comunale del discusso e mal digerito regolamento partorito di concerto tra Comune, associazioni di categoria e Soprintendenza ai Beni architettonici, il dissenso si fa sentire. «Il Sindaco doveva fare come il suo collega di Bologna, - tuona Varini - scendere in piazza con noi per esprimere il proprio dissenso». All'iniziativa del 30 aprile prossimo stanno aderendo parecchi gestori. «Sarò in prima fila, - dichiara Isabella Fiorini che gestisce il ristorante Dalì - non possono fare il bello e il cattivo tempo con i nostri soldi». La crisi, le tasse, il lavoro che langue stanno accentuando l'esasperazione. «Sono anni che siamo presi di mira, - sostiene Costantino Giannella, titolare dei locali Tender e La Dolce Vita - prima i divieti sul fumo, poi la questione dell'alcol e ora queste imposizioni. Perché il colore delle tende esterne, ad esempio, - si chiede - non viene imposto anche ai negozianti?» Ma c'è anche chi come Diego Pagan, gestore del Circus, sostiene che «i professionisti sapevano da anni su che tipo di arredi esterni fare l'investimento - spiega - chi si è sempre tenuto informato non ha speso soldi per sedie bianche o le tende scure». Un attacco i gestori lo rivolgono anche ai consiglieri comunali e alle associazioni di categoria. Il nuovo regolamento è stato infatti condiviso con realtà come la Confcommercio. Confesercenti, Ures e Fipe è approvato dal consiglio comunale con 30 voti a favore e 8 contrari. «Hanno abbassato la testa e il presidente della Fipe - rincara Varini - ha dichiarato che gli esercenti sono soddisfatti. Vorrei sapere chi oltre a lui e il suo vice Morgan è soddisfatto?».

Pronta la replica del presidente della Fipe, Bruno Vesnaver: «Dove erano questi signori negli ultimi anni? Abbiamo cominciato a trattare la questione ancora con la giunta Dipiazza e alle riunioni che abbiamo organizzato con i gestori di esercizi pubblici per informarli della situazione si presentavano al massimo 20 persone», sostiene. «I colleghi non hanno recepito che senza l'approvazione di questo regolamento - spiega - con il primo di maggio tutti avrebbero dovuto togliere ogni arredo esterno: abbiamo accettato per salvare la stagione. Ora si va avanti con quello abbiamo fuori dai locali, bianco, verde o rosso che sia e dopo l'approvazione di tutte le domande inizieremo la battaglia per cambiare qualchecosa. Non ci siamo arresi, si va avanti e comunque se devono protestare lo facciano sotto la Soprintendenza, non si facciano manovrare dai politici». Sulla stessa linea Giuseppe Giovarruscio, presidente di Confesercenti. «Noi rappresentanti di categoria non avevamo alternativa pur di salvare questa stagione - ammette - abbiamo fatto il possibile ma è mancato l'intervento politico che, ad esempio, la Regione che ha competenza in materia, poteva fare direttamente a Roma».

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