Rivolta bipartisan dei primi cittadini contro il “Far west” del Piano casa

Contestati i maxi ampliamenti urbanistici e la deregulation previsti dalla legge omnibus. L’Anci: «Comuni esautorati»

TRIESTE Ai sindaci non bastano le modifiche della quarta commissione al Piano casa della Regione. «Non possiamo rinunciare a esercitare il controllo urbanistico», dice il presidente dell’Anci del Friuli Venezia Giulia Mario Pezzetta. Una linea di forte opposizione che unisce trasversalmente i primi cittadini, pronti a rispondere alla chiamata di Francesco Martines, sindaco dem di Palmanova, a pochi giorni dall’approdo in aula della proposta di legge 26, mercoledì prossimo.

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Bonaventura Monfalcone-01.12.2018 Conferenza-Brocante-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura


Martines, d’intesa con i colleghi di Grado Dario Raugna, Muggia Laura Marzi e Zoppola Francesca Papais, promuove, domani nel salone d’onore del municipio palmarino, chiama a raccolta amministrazioni locali, ordini professionali e categorie produttive. «Crescita economica o taglio dell’autonomia dei Comuni» è il titolo dell’incontro cui sono invitati, con Pezzetta, pure il presidente del Consiglio regionale Piero Mauro Zanin, il presidente della quarta commissione Piero Camber, l’assessore regionale al Territorio Graziano Pizzimenti, la Soprintendente Simonetta Bonomi. Sul fronte tecnico interverranno l’architetto Michela Lorenzon, responsabile dell’ufficio tecnico comunale di Palmanova, e l’ingegner Fabio Fabris, assessore all’Urbanistica di Grado.

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Bumbaca Gorizia 30.12.2018 Sindaco Ridolfo Ziberna © Fotografia di Pierluigi Bumbaca


«È giusto parlarne e valutare attentamente pro e contro - afferma Martines -. Il nuovo disegno di legge regionale 26 porterà modifiche radicali alle norme urbanistiche dei Comuni, compromettendo la tanto predicata autonomia e liberalizzando consistenti e incontrollati interventi edilizi nelle nostre città», aggiunge in riferimento agli ampliamenti consentiti dalla Pdl 26.

Un quadro che, rispetto a come l’articolato era stato inizialmente scritto, è però molto cambiato, assicura Camber. La deregulation è limitata ora solo alle destinazioni d’uso residenziali e direzionali, fa sapere il consigliere forzista, mentre per le norme sugli alberghi «gli ampliamenti sono possibili fino al 40%, con la previsione di due bonus premiali pari al 10% ciascuno: nel caso di ulteriori servizi aggiuntivi delle strutture e per chi ottiene la riqualificazione energetica dell’edificio alla classe A1». Non basta: «Abbiamo fatto nelle ultime settimane incontri con i tecnici del Comune di Trieste, che interviene sul 50% delle autorizzazioni in Fvg, e con la Soprintendenza. Gli uffici ne hanno tenuto conto, la Pdl è stata ulteriormente modificata e ci rivediamo in maggioranza pure lunedì per condividere i risultati della campagna d’ascolto. La novità principale? Il Piano casa imporrà il visto dei consigli comunali per quel che riguarda centro storico e prima fascia residenziale».



Nulla che convinca i sindaci. Grado e Lignano confermano la loro contrarietà e pure l’Anci regionale non cambia idea. «C’è stato qualche miglioramento, ma non sufficiente a restituire il ruolo da protagonista dei Comuni nella pianificazione urbanistica», dichiara Pezzetta. «L’associazione ha approvato un elenco di emendamenti puntuali che contiamo possano essere recepiti dall’aula - aggiunge il segretario di Anci Fvg Alessandro Fabbro -. Comprendiamo la motivazione di una legge che punta a superare il momento di crisi e a rilanciare l’edilizia, ma le azioni devono essere in linea con le moderne politiche di sviluppo. E dunque si deve necessariamente mantenere in capo ai sindaci le scelte sull’urbanistica».

Martines rincara la dose: «La legge continua a prevedere la possibilità di aumentare la cubatura di immobili, residenziali o commerciali, al di fuori delle prescrizioni dei piani regolatori comunali esistenti. Si sono volute eliminare le Uti in nome dell’autonomia delle amministrazioni comunali - insiste - e ora si vuole togliere alle stesse l’unico vero potere ancora in loro possesso, quello della pianificazione urbanistica, lasciando libertà di costruire in nome di un presunto, e ancora del tutto dimostrabile, sviluppo economico».

Non manca l’invito non concordato. Tra i relatori dell’appuntamento di Palmanova viene annunciato anche il forzista triestino Piero Camber. Ma il diretto interessato non ci sarà: «Per educazione avrebbero dovuto almeno avvisarmi. Sabato sono impegnato e non ci andrò. Temo l’imboscata? Più che altro - conclude - si parlerà di un testo ormai ampiamente superato». —


 

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