Rivive l’aeroporto Duca d’Aosta
Ma all’aeroporto “Duca d’Aosta” di Gorizia si vola o non si vola? C’è stato un seguito all’inaugurazione dell’hangar Gleiwitz, completamente ristrutturato e strappato al degrado oppure tutta l’attività è ferma?
Sono domande ricorrenti fra chi ha a cuore il destino e il futuro della storica e gloriosa aviosuperficie. Le risposte? Positive, finalmente. Per tre anni al “Duca d’Aosta” non si è potuto volare ed era un autentico paradosso per quello che, sino a prova contraria, è ancora un aeroporto. Oggi, finalmente, si è voltato pagina.
Dal 30 luglio scorso, infatti, l’aviosuperficie è nuovamente (e completamente) operativa, grazie a una serie di iniziative appena concluse che avevano lo scopo di ottimizzare l’accesso alle piste e formare i volontari che devono essere presenti nella struttura. A darne notizia è l’associazione “Duca D’Aosta”, attraverso il presidente Fulvio Chianese. «Gli operatori anti-incendio aeroportuale - si legge in una nota - hanno superato i non facili esami tenuti dal comando dei vigili del fuoco. Questo consente la piena operatività del complesso dell’aeroporto che dispone di tre piste: una per alianti (04-22) e due (04-27 e 09-27) per velivoli e Vds che, rimaste in erba come in passato, ben livellate e sistemate, consentono un ottimo drenaggio tale da consentire l’operatività per l’intero anno. Inoltre, gli ampi spazi disponibili offrono la possibilità di parcheggio degli aeromobili con la possibilità di hangaraggio fino ad una quindicina di mezzi nell’ampia aviorimessa». Questa viene definita «un’importante tappa verso quella riqualificazione aeronautica che potrebbe consentire il rilancio commerciale, turistico e occupazionale della città. Infatti, si aprono nuovi orizzonti sia per la scuola ultraleggeri Vds sia per quella degli alianti, certamente ora accresciuti dalla completa possibilità di operare in tutti i giorni della settimana e la possibilità di volare in piena sicurezza con ottimi istruttori e a costi “su misura” per ogni interessato», scrive in una nota l’associazione. L’obiettivo è quello di sorvolare in tempi davvero brevi non solo i cieli goriziani, ma anche le difficoltà tecniche, burocratiche e economiche che questo progetto ha comportato e continua a comportare.
Uno snodo importante del percorso di rilancio dell’aeroporto era stato, nel gennaio scorso, l’inaugurazione dell’hangar Gleiwitz, completamente ristrutturato e strappato al degrado. «Ceduto all’Italia dopo qualche anno dal termine del conflitto 14-18 dall’Austria in conto “danni di guerra”, fu posto nell’attuale zona e solo dopo alcuni anni divenne, nell’ambito di una riorganizzazione o recupero dei più importanti aeroporti o campi di volo, sede della 38ma squadriglia del 21° Stormo osservazione aerea e successivamente sede del 4° Stormo caccia terrestre ivi costituito nel settembre 1931». Una storia importante. «Dal 2000, purtroppo, l’attività di volo - spiega Fulvio Chianese - ha iniziato a calare al punto che negli ultimi tre anni lo scalo è rimasto praticamente chiuso. Oggi usciamo da questo tunnel», le parole del presidente. Fondamentali (a Cesare quel che è di Cesare) sono stati l’aiuto sostanziale, cioè economico della Pipistrel Italia che ha finanziato il restyling dell’hangar.
Ora non resta che attendere le prossime tappe di un rilancio che passa (soprattutto) attraverso la realizzazione dello stabilmento della “Pipistrel” i cui lavoro sono in corso. Intanto, per martedì 12 agosto alle 10 è annunciata una conferenza stampa in cui si parlerà proprio del “Duca d’Aosta” e delle sue potenziali possibilità di sviluppo.
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