Riviste in cambio di torte di mele: nel condominio solidale si fa così
Hemma ha iniziato a lasciare in ingresso dolci e mascherine. Innescando così una gara di bontà

Porzioni di torta di mele e amaretti lasciata dalla signora Hemma insieme ad un biglietto di incoraggiamento
Torte fatte in casa, riviste e mascherine: la gara di bontà nel condominio di Trieste
TRIESTE. «Fino ad oggi abbiamo agito sempre in modo anonimo, qualcuno fa e qualcuno ringrazia: solo una famiglia ha scelto di esporsi un po’».
Questa è davvero una storia emblematica della solidarietà inattesa capace di fiorire in un periodo di crisi come quello attuale, segnato dall’emergenza coronavirus. Tutto ha avuto inizio in un condominio di Trieste di via Tor San Piero grazie allo spirito d'iniziativa di una condomina, la signora Hemma.
È il 21 marzo, data in cui siamo soliti far cadere il primo giorno di primavera. Hemma vive sola e ha deciso di preparare una torta: mele ed amaretti sono gli ingredienti principali. «Ottima riuscita, ma cosa me ne faccio di una torta intera ? - pensa la signora -. Rischia che vada a male se non la mangio in tempi brevi». Qualcuno suggerisce di dividerla con altre persone a cui la cosa non potrebbe che fare piacere. «Ma come fare? - riflette Hemma tra sé e sé -. Non posso mica andare a bussare alle porte dei vicini per portare un pezzo di dolce... Eh no, però potrei fargliela trovare. In incognito, ovviamente !».
Di lì la scelta di lasciare fette di dolce su un gradino del portone d'ingresso. Fette che spariscono in fretta e lasciano il posto ad un biglietto di ringraziamento. Gli abitanti del palazzo, per lo più famiglie con figli piccoli o adolescenti e alcune persone che vivono sole, dimostrano ben presto di gradire l’idea della vicina intraprendente.

Porzioni di torta di mele e amaretti lasciata dalla signora Hemma insieme ad un biglietto di incoraggiamento
Così all'interno del condominio, l’iniziativa di Hemma inizia a trovare sempre più risposte: dopo due settimane, a quella prima torta sono già seguiti nuovi dolci e non solo cibo. Ad un certo punto spunta infatti pure un piccolo espositore in metallo: fanno la loro comparsa libri e riviste e pure le introvabili mascherine a difesa dal contagio. «Abito in questo palazzo da 24 anni – spiega la signora Hemma –. In questo lasso di tempo un po’ di persone se ne sono andate, altre sono venute. Alcuni appartamenti sono vuoti perchè gli studenti sono tornati a casa, ma una quindicina di persone vive qui stabilmente».
Persone che, come detto, gradiscono i “cadeaux condominiali” al punto da iniziare a condividerli a loro volta. E così quando Hemma scende nell’ingresso del palazzo per lasciare i sacchettini con le mascherine colorate che ha imparato a cucire dopo aver seguito un “tutorial” sul web, trova a sua volta dei regalini. Una volta sono sacchetti di cantuccini. Un’altra volta fette di una golosissima pita alle mese. Un’altra volta ancora porzioni di torta di compleanno, spesso insieme ad altri biglietti di ringraziamento ed incoraggiamento.
«È un po’ difficile vedersi per le scale – racconta Hemma -: io stessa ho cominciato lasciando i miei dolci la sera tardi». Il principio adottato è quello che non ci siano obblighi di riconoscenza e che non si avverta la necessità di partecipare a tutti i costi. «Non volevo invadere il campo di nessuno – continua la signora – e, usando uno spazio comune a tutti, mi è parso che la cosa fosse più fattibile. Ci sono andata con i piedi di piombo». Con la Pasqua sono arrivate anche la colomba e le carte da gioco, mentre riviste e giornali sono cambiati. «Non credo che dopo questa lunga crisi – conclude la signora Hemma – il mondo cambierà davvero all'improvviso: spero però che eventi del genere ci spingano anche a considerare noi stessi e gli altri in modo diverso. Anche nel nostro piccolo c'è forse bisogno di maggior attenzione perchè il vicino di casa non è solo un impiegato o uno studente ma una persona con una personalità e di cui sappiamo, spesso, troppo poco». —
Riproduzione riservata © Il Piccolo
Leggi anche
Video