Rive, ciclabile in stallo. Il Comune anticipa la Campo Marzio-Ponziana
C’è una Provincia che immagina di poter fare molto presto della sua pista ciclabile - quella che già esiste da Ponziana a Draga Sant’Elia ed è intitolata a Giordano Cottur - una nuova casa a cielo aperto per eventi sportivi ed attività agonistiche e ricreative: un centro del passatempo per i triestini e al tempo stesso un richiamo per i turisti, con tanto di eventuali punti-noleggio di bici agli imbocchi e, perché no, chioschi di ristoro e pit-stop strada facendo. E c’è un Comune che promette invece - fra gli altri propositi mirati sempre a incentivare l’uso delle due ruote rigorosamente smotorizzate - di poter fare altrettanto presto la sua, di pista ciclabile, quella che ancora non esiste, destinata a partire dalla Stazione di Campo Marzio per poi raggiungere Ponziana, innestandosi proprio nella “Cottur”.
Trieste insomma, se ci limitiamo a parlare di bici, pedala, o per lo meno dà l’impressione di farlo. La messa in pratica di entrambi i progetti sarebbe, in effetti, dietro l’angolo. Per lo sviluppo sportivo, ricreativo e turistico della Ponziana-Draga (di cui riferiamo a lato, ndr) proprio lo scorso venerdì sono scaduti i termini, fissati dalla Provincia in un avviso pubblico, per la presentazione di eventuali manifestazioni di interesse alla gestione del tracciato: questa settimana le buste saranno raccolte e vagliate, dopodiché sarà la volta della gara vera e propria e del conseguente affidamento.
È però la realizzazione della futura ciclopedonale tra Campo Marzio e Ponziana - per il cui taglio del nastro l’assessore alla Mobilità di Cosolini, Elena Marchigiani, dà appuntamento «non oltre i primi mesi del 2015» - che finisce per tenere banco in questo momento. Non solo per l’attesa di ambientalisti e appassionati, ma anche - e soprattutto - perché fa risuonare il tormentone dello scontro politico in atto tra il Comune e l’Autorità portuale. Su tale tratto, in effetti, stando all’agenda concepita in origine, l’amministrazione cittadina avrebbe dovuto lavorare una volta fatto e finito quello sulle Rive. Non a caso è stato chiamato secondo lotto, con la denominazione di primo lotto affibbiata proprio a quello lungo le Rive: un paio di chilometri dal fronte Carciotti fino alla Stazione di Campo Marzio, in parte tra le aiuole e in parte alla loro destra lato mare, per una larghezza attorno ai tre metri. Il fatto è che qui l’inizio lavori resta sospeso, giorno dopo giorno, a una data da destinarsi. In Municipio si sostiene che l’Autorità portuale non ha nemmeno riposto a un paio di raccomandate di sollecito a sedersi attorno a un tavolo per decidere come fare la ciclopedonale sulle Rive: l’ente governato oggi da Marina Monassi - in base agli accordi siglati nel 2009 tra Roberto Dipiazza e Claudio Boniciolli nella cornice della più generale intesa Comune-Authority sul Piano regolatore del Porto - sarebbe chiamato a dare una porzione di proprio sedime demaniale costringendo così Trieste terminal passeggeri, presieduta ora da Antonio Paoletti, a sacrificare un tot di parcheggi a pagamento in superficie.
La prima raccomandata data novembre, la seconda è della scorsa settimana. Gli unici riscontri sono le ricevute di ritorno, lamenta l’amministrazione Cosolini, mentre dalla Torre del Lloyd si limitano a obiettare che il patto a latere del Piano regolatore portuale non dice proprio ciò che dice il Comune. Al che, sempre in Municipio, sta maturando - o meglio è già maturata, dato che c’è la benedizione degli uffici della Regione - l’idea di promuovere il secondo lotto a primo e di retrocedere lo stesso primo lotto a secondo, in maniera tale da non bloccare l’intera partita della nuova mobilità in bicicletta, attingendo sempre e comunque ai 374mila euro già vincolati da un decennio, di cui 288mila regionali e 86mila di cofinanziamento comunale.
«È nostra intenzione stringere i tempi, non vogliamo restare fermi ad aspettare, viste le reiterate richieste di risolvere la questione del tracciato delle Rive finora andate a vuoto», romba Marchigiani. Che evita polemiche frontali, eppure ripropone una fin troppo nota allegoria della Trieste contemporanea secondo Cosolini: c’è chi fa, e c’è chi frena.
@PierRaub
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