Riuso Porto Vecchio: il Club del Gommone fa le barricate al Tar
Gommonauti alla riscossa. Un manipolo di lupi di mare armati di gommone osa ora sfidare, nel tentativo di fare scudo al proprio piccolo accesso al Golfo, un’invincibile “coalizione” che avanza lenta ma inesorabile. È una coalizione composta idealmente da grandi flotte - fatte di yacht può o meno di lusso, che un domani attraccheranno attorno a quello stesso piccolo accesso - e attrezzatissimi eserciti di terra, costituiti dalle istituzioni, cittadine e non solo, più il colossale cartello di concessionari riuniti nel nome di Portocittà Srl: Rizzani de Eccher, Maltauro, Banca infrastrutture innovazione e sviluppo del gruppo Intesa Sanpaolo e Sinloc Sistema iniziative locali, partecipata dalle principali fondazioni bancarie e da Cassa depositi e prestiti.
Questa moderna (e tutta triestina) versione di Davide contro Golia si traduce in un ricorso depositato in questi giorni al Tar, il Tribunale amministrativo regionale deputato a giudicare le lagnanze di soggetti privati (ma anche pubblici) contro atti pubblici ritenuti ingiusti e lesivi. Il soggetto che ricorre in questo caso - rappresentato davanti al Tar dall’avvocato Alessandro Giadrossi - è il Club del Gommone, uno dei circoli nautici attivi sul terrapieno di Barcola che rientra grosso modo per circa tre quarti, da Sud verso Nord, nella maxiconcessione a Portocittà per il riuso dell’intero Porto Vecchio. E l’atto pubblico verso il quale il Club del Gommone fa causa è, non a caso, una «riconsegna beni oggetto di concessione demaniale». Il titolo è riconducibile alla comunicazione di scadenza della concessione quadriennale del tratto di frontemare sul terrapieno utilizzato dai gommonauti dal 1990 - sono 5mila metri quadrati abbondanti, per 120 metri di costa, in fondo all’esistente strada d’accesso da viale Miramare, proprio ai confini dell’intervento di riuso previsto dal Piano regolatore portuale - con conseguente possibilità di rinnovo soltanto di una parte, più o meno un terzo rispetto a quella originaria. Una comunicazione resa ovviamente dall’Autorità portuale, indicata in testa al contenzioso come resistente assieme al ministero delle Infrastrutture. Data di scadenza: 31 dicembre 2010.
Lo sfratto - o meglio sarebbe dire il rientro in possesso di determinate porzioni di terrapieno da parte dell’Authority, da dare ai nuovi concessionari di Portocittà - non è in effetti storia recentissima, ma ha un anno e più, ancorché non esecutivo.
«C’è già stato - racconta Giorgio Franco, il presidente del Club del Gommone - uno scambio di lettere, di una serie di lettere, fra noi e l’Autorità portuale». «Restiamo sulle nostre posizioni, ovvero riteniamo di essere stati oggetto di un’operazione tesa a far apparire certe cose come non sono, e che lo scopo sia quello di mettere le mani anche sulla parte del terrapieno in cui non sono previsti insediamenti immobiliari», conclude lo stesso Franco evocando presunte incoerenze tra la mappa del Piano regolatore portuale «consultabile sul sito del Comune» e quella della variante «di cui l’Autorità portuale sostiene l’esistenza ma che noi non abbiamo trovato».
I gommonauti risultano ai confini dei futuri interventi sul terrapieno, a destra guardando il mare, in quanto la loro sede - assieme a quelle dei surfisti, riuniti in Surf Trieste e sezione surfistica del Cral porto - sta viceversa ai confini, ma a sinistra guardando il mare, degli insediamenti nautici oggi esistenti nella parte Nord del terrapieno stesso.
Tra questi persino la Svbg, la Società velica Barcola e Grignano - il circolo nautico che organizza la Barcolana, nel corso della quale peraltro i gommonauti danno assistenza abitualmente con una decina di loro scafi - si è vista richiedere indietro dall’Authority un pezzettino di concessione: un’area a triangolo adibita a deposito attrezzi e rimessaggio, usata non solo dalla Svbg ma da altre realtà sportive del terrapieno, a fianco della concessione del circolo Sirena. Ma - mette le mani avanti il presidente della Svbg Vincenzo Spina, e da Portocittà confermano - qui non esistono contenziosi. «Continuiamo a disporne in via temporanea per gentile concessione di Portocittà - precisa Spina - visto che in quel tratto non hanno intenzione di partire subito con degli interventi. Quando sarà il momento, siamo già d’accordo tra le varie società nautiche, troveremo insieme un’alternativa, in uno spazio vicino».
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