Ritorna l’Irpef, cresce il carico fiscale a Gorizia
«L’abbiamo dovuto fare. Non avevamo alternative. Ci pesa tantissimo».
Ettore Romoli ha aspettato metà conferenza stampa per dare una notizia che avrebbe preferito non dare: viene reintrodotta l’Irpef comunale, torna nella misura minima (0,1%). La causa di questa (sgradita) novità? Lo Stato. «Sì, lo Stato ci chiede 3.677.070 euro come extra gettito Imu corrispondente al fondo di solidarietà. Significa che sono 2.424.000 euro in più rispetto allo scorso anno quando fummo già costretti a “regalare” a Roma 1.253.000 euro. Di fronte a queste cifre, non potevamo fare diversamente e abbiamo applicato l’Irpef, dopo 3 anni in cui tale imposta era equivalente allo zero. Va detto che l’abbiamo contenuta al massimo», le parole del primo cittadino. Che rimarca: «In ogni caso, restiamo uno dei Comuni d’Italia con la minore pressione fiscale. Il bilancio di previsione 2014 è il frutto dell’ennesimo miracolo che questa amministrazione ha saputo fare. Quadrare i conti sta diventando sempre più difficile».
La novità-Irpef si aggiunge all’introduzione della Tasi: il Comune di Gorizia ha deciso, infatti, di applicarla al 2 per mille sulla prima casa. «Ma siamo riusciti a prevedere, grazie alla collaborazione di Insiel, le fasce di detrazione in favore delle famiglie più in difficoltà. Chi ha una rendita catastale da 0 a 360 euro avrà una detrazione di 95 euro, la fascia da 360,01 a 400 euro “varrà” una detrazione di 60 euro, quella da 400,01 a 600 porterà un vantaggio di 30 euro. Niente detrazioni per chi ha una rendita oltre i 600 euro». La previsione di incasso per l’Irpef è di 500mila euro mentre dalla Tasi sulla prima casa si conta di riuscire a introitare 1,6 milioni. «Soldi che finiranno dritti dritti nelle casse dello Stato e non comporteranno alcun tipo di beneficio per il Comune».
Ma sia l’Irpef che la Tasi potrebbero essere tolte se la Regione sbloccasse i 71 milioni di euro di trasferimenti a Province e Comuni del Friuli Venezia che sono fermi per il Patto di stabilità. «Se la presidente Serracchiani “libererà” quella cifra, non esiteremo un attimo a rimettere mano al piano delle imposte, togliendo l’Irpef e riducendo drasticamente la Tasi. Ma ci vuole l’intervento della Regione che ha bloccato le risorse per non sforare il “suo” patto di stabilità», il ragionamento di Romoli.
Di questo (e di molto altro) si è parlato ieri mattina nel corso di una conferenza stampa che ha visto la partecipazione anche dell’assessore comunale al Bilancio Guido Germano Pettarin, affiancato dalla dirigente Anna Maria Cisint. L’intento? L’illustrazione delle linee del bilancio di previsione per il 2014, approvato nei giorni scorsi dalla giunta comunale.
Il documento contabile pareggia a 104 milioni 873mila euro, di cui 56 milioni 641mila di parte corrente, 33 milioni 267mila di investimenti e 14milioni 965 di servizi per conto terzi. Le maggiori spese correnti sono quelle per le “prestazioni di servizi” (21 milioni 380mila euro nella fattispecie) che comprendono anche i costi per assistenza, asili nido, casa di riposo e altri segmenti del settore welfare. Per il personale la spesa ammonta a 14 milioni 314mila euro, scesa di 2 milioni 90mila euro rispetto al 2007. «Se il Comune non avesse operato un contenimento delle spese, oggi a parità di servizi erogati - ha spiegato il sindaco - ci troveremmo a dover imporre tasse ben più salate con una pressione tributaria ai massimi livelli anzichè la più bassa in regione con 384 euro pro capite a fine 2013».
La tassazione ridotta è dovuta anche alla politica di rimborso del debito, attuata negli ultimi anni, che ha fatto scendere l’indebitamento dai 19 milioni 495mila euro del 2007 ai 7 milioni 733mila euro, pur continuando ad effettuare forti investimenti, per la riqualificazione della città. «Nonostante il periodo particolarmente difficile - hanno concluso il sindaco Romoli e l’assessore comunale Pettarin - non solo non sono stati tagliati servizi ma, nel settore del welfare, le risorse sono addirittura aumentate e ammontano a 16 milioni 391mila euro, quasi 400mila euro in più rispetto all’impegnato 2013». E tutto ciò, come denunciato ieri su queste colonne, a fronte di un taglio del 2,91% della Regione alle risorse per il sociale.
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