Ritorna la Bovec Summer School nell’alta valle dell’Isonzo sloveno

Ritorna anche quest'anno dal 16 al 30 agosto la Bovec Summer School nell'alta Valle d'Isonzo, in Slovenia. È rivolta in particolar modo agli studenti universitari dell'area multinazionale Alpe Adria...
Di Benedetta Moro

Ritorna anche quest'anno dal 16 al 30 agosto la Bovec Summer School nell'alta Valle d'Isonzo, in Slovenia. È rivolta in particolar modo agli studenti universitari dell'area multinazionale Alpe Adria (Italia, Slovenia, Austria e Croazia). L'obiettivo è quello di promuovere e approfondire la conoscenza reciproca delle lingue, culture e vicende storico-economiche e sociali delle popolazioni delle regioni confinanti di questi territori. Il tema per il 2017 è "Il potere dei social media", caratterizzato sempre da un approccio multiculturale e multilingue. L'iniziativa, a cui si può partecipare entro il 31 maggio attraverso il bando online su units.it, è organizzata dall'Università di Klagenfurt, in collaborazione con gli atenei di Trieste, Udine, Lubiana e Capodistria e sotto il patrocinio del Ministero austriaco della Pubblica istruzione, Scienza e Cultura. A raccontare la propria esperienza avvenuta l'anno scorso, la 21enne udinese Sofia Miola, al terzo anno di Storia e Filosofia a UniTs.

Perché ha voluto partecipare a questi corsi estivi?

«L'idea di interagire con coetanei di altri atenei stranieri mi sembrava interessante e poi ho colto la palla al balzo per seguire un corso di tedesco e migliorare così questa lingua, anche se si può scegliere pure tra croato, sloveno, italiano e friulano».

Come trascorrevate le giornate?

«Le lezioni si tenevano la mattina, mentre il pomeriggio facevamo delle escursioni oppure ci raggiungevano dei professori di alcune università per piccoli seminari in lingua su argomenti inerenti alla tematica del territorio».

Quali vantaggi ha tratto da questo viaggio?

«Sicuramente un miglioramento linguistico, ma in generale ho dei bellissimi ricordi, perché con i miei compagni ho avuto subito dei punti di incontro. All'inizio pensavo che sarebbe stato difficile relazionarsi, invece essendo tutti noi nello stesso hotel e sempre assieme, si stringono delle amicizie che durano tutt'ora».

Quanti eravate?

«Una cinquantina, di cui 16 italiani, da Udine e Trieste, anche se i posti per questi ultimi erano di più, ma le domande pervenute erano state inferiori».

Perché?

«Un po' perché c'è scarsa pubblicità secondo me. Solo quest'anno alcuni dei nostri professori hanno palesato l'iniziativa, altrimenti avrei partecipato pure alle edizioni precedenti. È allettante la proposta, anche perché i 15 giorni di permanenza sono completamente spesati, così come parte del trasporto».

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