Ritocchi canoni Ater ma Isee e la categoria possono raddoppiarli
il caso
Criteri e tariffe confermate per i canoni standard, lievi aumenti (in genere al di sotto del 3% e fino a un 4% nelle fasce maggiormente tutelate) per i canoni minimi e massimi. Questo prevede il nuovo piano canoni varato dall’Ater di Gorizia, che però, in alcuni casi specifici – e meno “fortunati” – può portare anche ad aumenti più sostanziosi. È questo quanto capitato ad una goriziana residente in via Toti, che si è vista quasi raddoppiare il canone d’affitto e ha dunque segnalato quella che, a suo dire, è stata una modifica troppo pesante e penalizzante delle condizioni da parte dell’azienda.
«Fino al 2019, con un Isee di 9.048 euro, rientravo nella categoria A10, e pagavo un canone di 66 euro – racconta la donna, che vive con il marito nell’appartamento e chiede di poter veder tutelata la sua identità –. Ora, con un Isee che è salito di poco, a 10.066 euro, sono passata in categoria B1, e l’affitto è quasi raddoppiato, arrivando a 125 euro, per un aumento dell’89%. Mi sembra un qualcosa di assolutamente esagerato e ingiustificato, anche perché a quanto mi risulta altre Ater, come quella di Trieste, per il passaggio da una categoria all’altra prevedono un aumento contenuto, intorno al 4%». La donna, peraltro, lamenta anche un problema di “trasparenza”, visto che, spiega, «Ater non ci ha mostrato i parametri e i criteri che hanno portato al calcolo del nuovo canone». «Mi chiedo - continua - se sia perché si vergognano di tale aumento, o perché c’è piuttosto qualcosa da nascondere».
La risposta arriva direttamente dalla direttrice generale dell’Ater di Gorizia, Alessandra Gargiulo, che per motivare la situazione particolare descrive il quadro generale delle tariffe dell’azienda. «Dopo anni di tariffe bloccate, per il 2020 abbiamo provveduto a rideterminare il piano dei canoni, lasciando immutati i criteri di determinazione delle tariffe che tengono conto sia della rendita catastale dell’appartamento, sia di altri valori e, ovviamente, dell’Isee dell’inquilino. Nel nuovo piano non abbiamo toccato i canoni standard, ma si è scelto di ritoccare lievemente i canoni minimi e quelli massimi, che a seconda delle fasce sono aumentati circa del 3 o del 4%».
Chi si trova ad affrontare aumenti più robusti, invece, “paga” una serie di condizioni particolari. «Per quanto riguarda il caso della residente di via Toti, il cambiamento più importante è stato il passaggio dalla fascia di massima tutela, la A, a quella sempre tutelata, ma in modo lievemente inferiore, la B, che prevede soprattutto l’inserimento del canone minimo, determinato appunto nei 125 euro che la signora deve pagare. Questo ha portato, sommato al piccolo aumento previsto dal piano canoni, ad una variazione tanto significativa. Ma è tutto assolutamente trasparente, e fare paragoni con le tariffe di altre Ater, dove i territori, le rendite catastali e i criteri sono molto diversi, rischia di generare confusione e portare in errore». Peraltro, come ricorda Ater, chi dovesse scontare un calo del 25% dell’Isee ha la possibilità di chiedere una revisione del canone. –
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