Riti annullati e rinvii: a Trieste funerali in tilt

Con gli ospedali in affanno si allungano i tempi per le autorizzazioni alle sepolture. E per gli addii si aspettano fino a 15 giorni
Foto BRUNI 25.04.2018 Cimitero di S.Anna
Foto BRUNI 25.04.2018 Cimitero di S.Anna

TRIESTE Anche quindici giorni di attesa per un’autorizzazione alla sepoltura di una salma. Tanto che alcuni funerali già programmati, a causa dell’assenza di quel documento, sono costretti in quella giornata a procedere sì con la cerimonia, ma senza la contestuale sepoltura, da spostare invece ad altra data. L’emergenza Covid-19 a Trieste manda in tilt anche l’attività delle imprese di onoranze funebri che, a differenza di quelle del resto della regione, si vedono costrette a comunicare ai parenti dei defunti tempi biblici per fissare la data delle esequie. Per non parlare dei casi che prevedono che la salma venga trasferita fuori Trieste.

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Il capoluogo regionale ha sempre avuto tempi più lunghi rispetto al resto del Paese per fissare la data di un funerale, ma secondo gli addetti ai lavori «ora l’attesa è diventata imbarazzante». «Non riusciamo più a dare garanzie sulle date delle cerimonie di addio - spiega Renzo Ricamo della storica impresa Zimolo -. Siamo in seria difficoltà con i familiari dei defunti». L’imprenditore spiega che «a Trieste siamo abituati ad attendere giorni e giorni per fare un funerale, ma ciò non avviene altrove. E quando la salma deve essere trasferita per le esequie fuori Trieste, dove i funerali avvengono al massimo un paio di giorni dal decesso, restano allibiti dalle nostre tempistiche».

«Già in situazioni di normalità c’è una certa lentezza per ottenere l’autorizzazione di sepoltura - gli fa eco Michele Semacchi, titolare dell’impresa Alabarda -. Dal decesso passavano 3-4 giorni, invece ora ne servono almeno 5-6, con casi che senza intoppi giuridici o di altra natura ci hanno visto attendere anche due settimane, con il rischio di non poter rispettare la data fissata per il funerale».

La situazione che si sta evidenziando, e che è conseguenza dell’affaticamento del sistema dettato dall’emergenza sanitaria, rischia dunque di allungare ulteriormente i tempi di attesa per una sepoltura. E i primi “incidenti” si sono già registrati. Lo scorso martedì, ad esempio, era stato fissato il funerale di un uomo triestino deceduto l’8 dicembre. Data delle esequie concordata con i familiari, necrologio pubblicato, parenti avvertiti. Ma entro quella data, l’ufficiale di stato civile non è riuscito a rilasciare l’autorizzazione alla sepoltura. Così, l’impresa Sant’Anna davanti alla salma in via Costalunga ha dovuto avvisare i familiari che in quel momento era possibile fare solo l’esposizione e la benedizione del loro caro, ma che per la sepoltura sarebbe stato necessario attendere ancora qualche giorno. E così è stato. Per un’altra persona deceduta il 30 novembre a Cattinara, il nulla osta alla sepoltura è arrivata 15 dicembre. Tempi mai visti prima a Trieste.

L’autorizzazione alla sepoltura viene rilasciata dal competente ufficiale di stato civile. Per il rilascio di quest’atto è necessario che siano trascorse almeno 24 ore dalla morte, e che l’ufficiale di stato civile abbia acquisito il certificato rilasciato da un medico necroscopo o altro delegato sanitario. I tempi di attesa più significativi si stanno regstrando per i decessi avvenuti in ospedale, quando è il medico necroscopo della stessa struttura a svolgere la visita necroscopica. Se le morti avvengono a casa o in centri per anziani, le salme vengono trasferite all’obitorio di via Costalunga e, stando a quanto riferiscono indistintamente le imprese di onoranze funebri, i tempi sono meno lunghi. —


 

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