Ristrutturazione di Cattinara e nuova sede del Burlo, i fondi salgono da 140 a 208 milioni

La giunta regionale ha approvato una revisione dell'accordo di programma con lo Stato che interessa le tre grandi strutture ospedaliere del territorio. A Trieste anche un nuovo Covid hospital

TRIESTE. L'Esecutivo del Friuli Venezia Giulia ha approvato una revisione dell'accordo di programma con lo Stato che interessa le tre grandi strutture ospedaliere del territorio (Trieste, Udine e Pordenone) per aumentare le risorse a loro dedicate da 437 a 505 milioni di euro complessivi. Nello specifico, sono stati allocati a vantaggio del comprensorio giuliano di Cattinara, che passa così dai 140 milioni di euro iniziali a 208 milioni, i quasi 30 milioni già stanziati con l'approvazione del progetto esecutivo di riqualificazione (necessari per ottenere l'autorizzazione della Commissione sismica e avviare i lavori) e ulteriori 40, quale previsione di spesa per la realizzazione nel suo ambito anche di un moderno Covid hospital.

Lo ha reso noto la stessa Giunta regionale nel corso dei lavori della III Commissione permanente, riunita nell'aula consiliare per procedere alle audizioni dei direttori generali dell'Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina (Asugi), Antonio Poggiana, e dell'Irccs Burlo Garofolo di Trieste, Stefano Dorbolò, in merito al progetto di riqualificazione di Cattinara e alla realizzazione della nuova sede del nosocomio infantile.

Un'anticipazione giunta quasi alla fine di una seduta (espressamente richiesta dai rappresentanti di Gruppi di Opposizione e sottoscritta con 12 sigle) che aveva già avuto modo di portare una lunga serie di contributi tecnici, storici e operativi invocati dai promotori dell'istanza, desiderosi di conoscere costi, tempistiche, volumetrie, posti letto, standard, migliorie, criticità e impatti ambientali dell'opera, come quello legato alla pineta di Cattinara.

Indispensabile, in tal senso, l'utilizzo di slide esplicative che, per quanto riguarda Asugi e Cattinara, hanno supportato l'intervento tecnico del Responsabile unico del procedimento (Rup), Massimiliano Liberale, che ha ricordato una cronistoria piuttosto complessa contraddistinta, a partire dal 2013, da concorsi, progetti preliminari, gare di appalto, ricorsi, ridefinizioni di graduatorie, contratti firmati, una risoluzione per grave inadempimento (2019) e, infine, da un nuovo affidamento dopo iter di subentro e ovvie complicazioni intermedie provocate dalla pandemia (72 nuovi posti letto di Terapia intensiva e semintensiva).

I primi lavori a Cattinara sono dunque iniziati il 4 febbraio scorso, legati al parcheggio sud-ovest da 350 posti, all'edificio servizi e alle opere stradali collegate. Il progetto iniziale prevedeva la ristrutturazione delle due torri di degenza, la realizzazione di un collegamento con una terza torre, la nuova sede del Burlo Garofolo e una serie di elementi complementari: area organizzativa, parcheggi e palazzina di servizio (logistica, spogliatoi e laboratori), aree sosta autobus e altri ambiti di intervento con riqualificazione aree verdi.

Il quadro economico di partenza parlava di 140 milioni di euro e di tre fasi di intervento in 6 anni, ma la rivoluzione anche strutturale e operativa seguita al Covid-19 ha reso necessarie alcune variazioni e la progettazione ex novo di uno specifico cube hospital con conseguente dilatazione dei tempi fino a 8 anni (quindi, due in più), anche per ridurre le interferenze, intervenendo su una torre alla volta per non intralciare l'attività sanitaria e per una minore durata dei lavori. Le stanze sono state previste da uno o massimo due degenti con un'area dipartimentale per studi medici e aree riunioni, nonché spazi di supporto e attesa. Infine, per quanto concerne gli spazi verdi e la viabilità, è previsto il ripristino dell'area con forme arboree diverse dalle attuali: al taglio di 536 alberi seguirà infatti la piantumazione di 3.365 alberi, tutti autoctoni e cinque volte gli originari (2.829 più degli attuali).

La questione Burlo Garofolo, pur indipendente, si muove a sua volta a cavallo di questo progetto e, come evidenziato dal dg Dorbolò, è condizionata da una scelta compiuta quasi 20 anni or sono (il dgr sul riordino della rete ospedaliera triestina con trasferimento a Cattinara dell'Irccs risale infatti a fine 2004), dall'età degli immobili disponibili (sede principale e ambulatori sono del 1938 con ampliamenti seguiti nel 1946 e nel 1988, mentre la palazzina laboratori è più recente, ma caratterizzata da svariate problematiche) e da notevoli finanziamenti persi per strada in vista di un trasloco che sembrava imminente.

"Un pesante fardello - così lo ha definito Dorbolò - che, nonostante il trasferimento a Cattinara rimanga la scelta più funzionale, ci pone comunque davanti a una situazione solo temporanea e transitoria, in vista di quella definitiva, condizionata da una ristrutturazione quasi impossibile e dalla necessità di spazi ulteriori, come quelli acquisiti grazie al dgr 1734/2020 che ha messo a disposizione 7.235.000 euro. La volontà nostra e della Regione è quella di difendere la specificità del Burlo e il suo ruolo di riferimento anche nazionale nell'area infantile, compresa la ricerca. Rimane anche da valutare cosa sarà della sede attuale dopo il trasferimento, tra ipotesi di vendita o la realizzazione di un hospice per cure palliative e di una Cittadella della salute del bambino e dell'adolescente".

La discussione generale, per ottenere chiarimenti e dettagli, ha coinvolto esclusivamente i sottoscrittori della richiesta di audizione. Dal fronte Pd è stato auspicato un confronto con il coinvolgimento dei professionisti per approfondire le criticità, mentre da quello pentastellato è stato chiesto un focus su volumi, posti letto e spazi (insieme a eventuali alternative per salvare la pineta) per evitare ridimensionamenti e potenziare il ruolo delle due strutture.

Gli esponenti del Gruppo Misto hanno invece rimarcato che, secondo loro, si tratta di un ospedale già vecchio e che risale a un'epoca caratterizzata da accorpamenti e concentrazioni: il progetto ha 10 anni, ma la soluzione è attesa da oltre 20. Preoccupano anche le caratteristiche delle stanze e le prospettive di un reale ammodernamento.

In sede di replica, il dg Poggiana ha anticipato che "sono previste solo stanze da uno o due degenti con servizi dedicati, mentre i posti letto previsti tra Cattinara e Ospedale Maggiore, secondo la programmazione sanitaria regionale, sono 624 ordinari (tra i quali 328 di area internistica, 248 di area chirurgica e 24 di area riabilitativa), 50 di day hospital e ulteriori 80 attivabili in caso di future pandemie che non intaccherebbero le torri di Cattinara, ma solo la nuova sede di Covid hospital".

Chiusura di seduta dedicata al commento del rappresentante della Giunta regionale che ha assicurato che tutti gli standard verranno rispettati e che le scelte sono state prese tenendo conto di due obiettivi di fondo: poter contare su un Cattinara moderno e funzionale e la conferma delle prospettive strategiche del Burlo, salvaguardandone il patrimonio, insieme alla precisa volontà di non ripartire da zero, allungando a dismisura i tempi realizzativi con il rischio di arrivare a 20-30 anni.

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