Ristorante di Bastianich a Cividale, blitz della Finanza all’Ersa e in azienda
CIVIDALE. Gli amministratori della società avrebbero attestato il falso, facendo passare per agriturismo uno dei ristoranti più quotati in regione, e i funzionari addetti al controllo delle aziende e all’accertamento della conformità alle prescrizioni di legge avrebbero chiuso entrambi gli occhi sulla violazione, omettendo di segnalarla a chi di dovere. È una vicenda giudiziaria su doppio binario quella cui sta lavorando la Guardia di finanza di Udine, impegnata da giorni in una serie di perquisizioni all’“Orsone”, il ristorante inaugurato da Joe Bastianich nell’estate del 2013 a Gagliano di Cividale del Friuli, e negli uffici dell’Ersa, l’agenzia regionale per lo sviluppo rurale.
Coordinate dal pm Claudia Danelon, l’inchiesta - che nasce da un’attività di verifica delle Fiamme gialle - ha già portato all’iscrizione sul registro degli indagati di quattro persone. Da una parte, appunto, i due amministratori che si sono susseguiti nelle funzioni di legali rappresentanti della “Bastianich srl” (che gestisce, tra gli altri, anche l’Orsone), Valter Scarbolo e Claudio Rizzi. A entrambi si contesta l’ipotesi di reato della falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, nelle rispettive qualità di legali rappresentanti della società. Il primo avrebbe dichiarato il falso alla Camera di commercio all’atto della sottoscrizione della domanda d’iscrizione all’elenco degli operatori agrituristici, avendo attestato la sussistenza dei requisiti di legge per svolgere attività di ristorazione come agriturismo dietro l’insegna di Orsone, mentre si trattava invece di attività di carattere commerciale. Il secondo avrebbe commesso il medesimo reato nei confronti del Comune di Cividale, nel momento in cui presentò dichiarazione autocertificativa allegata alla domanda di autorizzazione all’apertura di attività agrituristica, mentre si trattava - del pari - di un’attività a tutti gli effetti commerciale.
In entrambi i casi, l’obiettivo sarebbe stato quello di ottenere indebiti risparmi fiscali nel periodo compreso tra il 6 agosto 2013, quando l’attività prese il via, e il 1° aprile 2015, quando passò al rango di ristorante. L’altro versante investigativo è quello che ha investito il personale dell’Ersa, cui compete appunto la vigilanza nelle aziende agrituristiche. L’accusa, nel caso dei funzionari Marina Boscaro e Mauro Compassi, è di omissione di atti d’ufficio. Di avere cioè favorito l’Orsone, garantendo al locale il protrarsi delle agevolazioni fiscali previste per gli agriturismi. E di averlo fatto, peraltro, mentre nei confronti di altre attività, carenti dei requisiti di agriturismo al pari dell’Orsone, non avevano esitato ad avviare le procedure sanzonatorie e le segnalazioni del caso.
È l’avvocato Maurizio Miculan, per conto della “Bastianich srl”, a respingere in toto il costrutto accusatorio. «Nel momento storico in cui sono state presentate le richieste di autorizzazione – ha detto – esistevano i presupposti per svolgere attività di agriturismo. Poi, considerato il flusso di clientela, la società ha ritenuto di avere raggiunto i criteri per passare ad attività commerciale e ha chiesto le relative autorizzazioni. La pratica si è conclusa soltanto nel 2015 per una serie di intoppi burocratici non certo imputabili alla società. Ad ogni buon conto – continua il difensore –, tutte le imposte previste dalla legge sono state versate e per questo siamo pienamente convinti di poter dimostrare l’assoluta infondatezza delle accuse, anche attraverso il contraddittorio leale e sereno che avremo con la Procura».
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