Rissa sulle Rive, in due verso il processo a Trieste VIDEO

TRIESTE L’avevano preso a pugni, sbattuto sull’asfalto. E, poi, assalito ancora. Una gragnuola di colpi. Senza tregua, senza pietà. Alla testa, al torace. Lo avevano massacrato così perché erano ubriachi e non erano in grado di contenersi. La violenza era esplosa nella notte tra il 4 e il 5 agosto in pieno centro, davanti al pub Tender di via Giulio Cesare, a Trieste. A documentarlo delle immagini talmente forti, talmente esplicite che sembrano essere state tratte da un telefilm. E invece sono quelle di un’aggressione avvenuta in una “tranquilla” notte triestina.
La vittima ha 32 anni. Si chiama Nemanja B., e a distanza di otto mesi ha ancora evidenti i segni del pestaggio - diventati danni permanenti - sul suo corpo. Tanto che, come dice la madre in lacrime, non può lavorare. Di notte si sveglia di soprassalto per gli incubi. Perché nella sua mente si materializza quello che era successo davanti al Tender.
I nomi di chi quella notte lo ha picchiato selvaggiamente sono quelli di Ivan Dario Hinestrosa Renteria, 24 anni, colombiano, e di Rafael Ariel Bonilla, pure lui di 24 anni, nato a Santo Domingo: hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini preliminari e il pm Lucia Baldovin, il magistrato titolare del fascicolo, si accinge a chiederne il rinvio a giudizio. Sono accusati di lesioni personali aggravate in concorso con altre persone mai identificate. Difensori gli avvocati Sara Pecchiari e Marco Marocco.
Ivan Dario Hinestrosa Renteria e Rafael Ariel Bonilla erano stati identificati dai carabinieri di via Hermet che, nei giorni seguenti all’episodio, avevano ricevuto il filmato fornito dall’avvocato Dario Lunder, il legale che assiste Nemanja B. Lo aveva ricevuto a sua volta in quei giorni da un giovane che aveva assistito al pestaggio e che col telefonino aveva documentato la drammatica scena. Dopo il riconoscimento degli aggressori da parte della vittima, i militari avevano inviato un dettagliato rapporto al pm Baldovin. In questi mesi sono stati così effettuati altri accertamenti. Alla fine sono state chiuse le indagini e il pm ha puntato il dito contro i due aggressori.
La denuncia, il giorno dopo l’aggressione, non era stata presentata in un ufficio della caserma di via Hermet ma a casa della vittima perché Nemanja non era in grado di muoversi. Da allora ha subito svariati interventi chirurgici. Il suo racconto di allora era stato drammatico: «Ero con il mio amico Enrico E. e la mia amica Ludmila C. Avevamo deciso di far rientro a casa e ci siamo avviati a piedi verso la mia abitazione che si trova a poche centinaia di metri dall’Ausonia. Giunti all’angolo con il Tender di Riva Giulio Cesare, abbiamo salutato la comune amica. A metà del nostro percorso mi sono fermato vicino alla mia vettura per prendere un pacchetto di sigarette che era custodito all'interno».
E qui erano iniziati i guai: «In quel momento si è avvicinata una ragazza mulatta che ha provato a entrare nella mia macchina. Subito dopo la mia attenzione è stata richiamata dalle urla di un ragazzo di carnagione scura, con dei capelli neri a treccine, che si è avvicinato con fare minaccioso». Poi era entrato in gioco l’amico Enrico E. che «ha cercato di trattenerlo». Ma invano.
Il pestaggio era partito. Nemanja così lo aveva descritto e raccontato: «Sono stato raggiunto da calci e pugni in tutto il corpo e principalmente testa e busto. Non saprei dire da chi e da quante persone, probabilmente dallo stesso ragazzo con i capelli a treccina insieme a qualche suo amico».
Il giovane aveva cercato più volte di rialzarsi ma era stato spinto a terra». Poi era arrivata un’ambulanza del 118 che aveva trasportato il ferito all’ospedale di Cattinara. Diagnosi: «Lussazione all'acromion claveare sinistra, frattura delle ossa nasali, trauma cranico». La prognosi era superiore ai 40 giorni e a tutt’oggi Nemaja è bloccato a casa.
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