«Rissa in via del Toro nata da un’imboscata della banda kosovara»
«Ero lì, in via del Toro, il giorno in cui è avvenuta la rissa. Ero a fianco di un ragazzo italo-serbo che doveva chiarire una situazione con dei giovani kosovari». La testimonianza oculare è quella di un minorenne che quella sera ha dovuto scappare a gambe levate pur di non prendersi una sprangata sulla schiena, come invece racconta essere accaduto ad altri giovani. Ha timore di riferire questi dettagli alle forze dell’ordine per paura di ritorsioni da parte della “gang” kosovara. Riferendo puntigliosamente quanto accaduto, facendo nomi, cognomi, indirizzi e età dei presenti a quella rissa, smentisce che a far scaturire il violento confronto sia stato il bacio preteso da una ragazza da parte dei kosovari.
«Il giorno prima, domenica, nella zona della fontana dei mascheroni, all’inizio del Viale - è la sua testimonianza - alcuni kosovari volevano fare del male ad un ragazzo di 12 anni, C.M. Un mio amico italo-serbo, minorenne, si è fatto avanti in difesa del dodicenne è da lì è scattato il diverbio con i kosovari che volevano picchiarlo. Per chiarire quanto accaduto - aggiunge - il mio amico e i due kossovari presenti si sono dati appuntamento il giorno dopo, lunedì, al bar Tiffany». È un locale gestito da cinesi all’angolo tra via del Toro e via Ginnastica. Al confronto si erano dati appuntamento due ragazzi, uno di loro di madre serba, e due kossovari: A.I., maggiorenne con capelli castani e un ciuffo sulla fronte, alto e magro, e M.D., minorenne.
«Invece all’appuntamento i kosovari si sono presentati con un nutrito gruppo di connazionali pronti ad aggredire tutti i serbi presenti che - riferisce sempre il testimone - trovatisi in minoranza sono scappati. Qualcuno di loro è stato preso a sprangate sulla schiena, i kosovari agitavano anche una catena». Tra i kosovari presenti c’era P.B., ben visibile secondo il giovane dalle foto scattate dai residenti. Questi giovani kossovari che frequentano anche i Topolini, sui loro profili Facebook come tutti i giovanissimi pubblicano le foto dei loro amici, delle feste organizzate e di momenti divertenti. Qualcuno esibisce la bandiera rossa con l’aquila bicefala ovvero quella dell’Albania utilizzata dalla maggioranza di persone di etnia albanese in Kosovo. Stessi simboli vengono riproposti in tatuaggi e magliette che i giovani mostrano fieri su Facebook. Sulle pagine dei giovani kosovari anche foto di gruppo che li ritraggono tutti insieme a Barcola, ai Topolini, proprio nella zona dove di recente ignoti hanno devastato con scritte e scarabocchi le pietre e i muri degli spogliatoi.
Nessun accenno invece sui social network da parte loro a quanto accaduto in via del Toro o a ostilità tra bande rivali o con i serbi. Quello di lunedì scorso a due passi da viale XX Settembre è stato insomma un confronto verbale e fisico che non scaturisce solo da uno screzio tra giovanissimi, molti minorenni, ma che ha radici ben più profonde. «Ad assistere al diverbio - racconta il giovane - sono accorsi anche diversi ragazzi kosovari minorenni che alloggiano in una comunità al civico 72 di via Ginnastica, a pochi passi dalla zona dove è avvenuta la rissa». Tra loro il giovane che qui racconta la sua versione ha riconosciuto anche L.K, capelli rasati sui lati e a spazzola più lunghi al centro, e G.G., altro ragazzo con i capelli biondi e gli occhi azzurri: «Giovani che stazionano spesso attorno alla stessa fontana dei mascheroni e che liberamente escono ed entrano dalla comunità, con a disposizione anche parecchie decine di euro ogni giorno, quando invece noi ragazzi minorenni fatichiamo ad avere pochi euro per prenderci un hamburger». E potrebbero essere kosovari anche i protagonisti dello scontro di giovedì pomeriggio con un giovane italiano in Viale all’altezza del Burger King. Il fast food è dotato di un sistema di telecamere che potrebbe aver ripreso dinamica e dettagli. E ora? «Secondo me stasera - teme il giovane che ha assistito alla rissa in via del Toro - ci sarà un'ulteriore resa dei conti. Magari in zona piazza Unita dove queste persone gravitano il sabato notte. Mancano adeguati controlli su queste persone, noi giovanissimi dobbiamo guardci le spalle come non mai».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo