Risonanza magnetica, esami ad ostacoli a causa di guasti e malfunzionamenti

Proteste dell’utenza “sballottata” fra Monfalcone e Trieste. Il direttore generale Poggiana: «Presto la riparazione»

GORIZIA L’apparecchiatura per la risonanza magnetica installata e operativa al San Giovanni di Dio non funziona e, se funziona, procede a strappi.

«Da almeno due mesi è a disposizione a spizzichi e bocconi». A segnalare il disagio un disabile goriziano. Che avrebbe dovuto sottoporsi all’esame diagnostico ma è stato rimbalzato («Nemmeno fossi la pallina di un flipper») fra Gorizia e Monfalcone. «In quest’ultima città, mi risulta peraltro che il macchinario stia per essere sostituito. Quindi, abbiamo un dispositivo malfunzionante a Gorizia e uno obsoleto a Monfalcone. Andiamo bene».

Non è l’unica protesta. Perché altri goriziani si sono rivolti alla nostra redazione per denunciare i disagi che hanno dovuto affrontare per sottoporsi all’esame della risonanza magnetica. Cosa sta succedendo? L’ufficio stampa dell’Azienda sanitaria Bassa Friulana-Isontina, dopo una veloce verifica, conferma: «L’apparecchiatura si è rotta, è guasta. Pertanto, o si procederà con la riparazione, o verrà acquistata una nuova. Oggi, i pazienti che hanno bisogno di tali esami vengono smistati fra Monfalcone, Latisana e Trieste», la sottolineatura dell’Aas.

Interviene anche il direttore generale dell’Azieda sanitaria Bassa Friulana-Isontina Antonio Poggiana, fresco di nomina come commissario unico di Asuits e dell’Aas 2, destinate a una fusione per divenire l’Azienda giuliana-isontina. «Effettivamente, l’apparecchiatura per la risonanza magnetica ha avuto dei problemi una quindicina di giorni fa. È stata così programmata la sostituzione del magnete. Nel frattempo, si è proceduto a una redistribuzione dei pazienti che dovevano usufruire del servizio, coinvolgendo anche il Burlo Garofolo. Spiace per i disagi ma non c’era scelta». Pertanto, a breve – fa sapere ancora il dg Poggiana – si procederà con la necessaria sostituzione del magnete. «Poi – aggiunge – andremo a sostituire pure il software. In questa maniera, in buona sostanza, avremo un macchinario praticamente nuovo di zecca». Peraltro, anche se la risonanza sembra un macchinario installato da poco, in realtà di tempo ne è già passato parecchio e si può tranquillamente sostenere che si tratta di un’apparecchiatura diventata osboleta.

Come si ricorderà, l’acquisto della risonanza magnetica fu una corsa ostacoli che riempì le cronache locali. Per mesi si lavorò per acquistare un’apparecchiatura transfrontaliera assieme alla vicina Slovenia, poi non se ne fece nulla perché l’ospedale di Sempeter Vrtojba optò per l’acquisto autonomo del macchinario. L’attrezzatura, dicevamo, è ormai invecchiata, nel senso che venne inaugurata in via Fatebenefratelli nell’ormai lontano 2006, quando ancora il nuovo San Giovanni di Dio non era ancora aperto. A vincere l’appalto fu la Philips che fornì un’attrezzatura da 1,5 Tesla, una delle più potenti e moderne in commercio. In quei tempi. —




 

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