Risiera, Comunità ebraica in rivolta contro il ticket
«Una proposta che fa venire i brividi». Non usa giri di parole l’assessore alla Cultura della Comunità ebraica cittadina, Mauro Tabor, per bocciare l’ipotesi dell’ingresso a pagamento alla Risiera di San Sabba lanciata dall’esponente della giunta Cosolini, Paolo Tassinari. Un’ipotesi, a suo giudizio, totalmente irricevibile. Tanto da non meritare nemmeno di essere presa sul serio. Meglio cioè derubricarla a semplice incidente di percorso, considerandola nulla più di un «equivoco, che verrà chiarito al più presto».
«Quando ho letto dell’idea del ticket, sono rimasto di stucco - spiega Tabor -. Anche perché, mi si passi l’espressione un po’ forte, quando quella volta ci portavano in Risiera, non ci chiedevano mica il biglietto... Stiamo parlando dell’unico campo di sterminio costruito in Italia, un monumento di interesse non solo nazionale, ma europeo. Pensare di far pagare per visitarlo, significa adottare la soluzione meno adeguata per valorizzarne la portata e il messaggio. Già ci va poca gente, anche perché la struttura in molte parti è pericolante e non attrezzata dal punto di vista della sicurezza: con l’ingresso a pagamento avremmo ancora meno visitatori. Se il Comune non è in grado economicamente di mantenerlo - prosegue Tabor -, deve sollecitare con forza lo Stato e ancor più l’Europa. Perché, specie in un momento come questo segnato da continui cambiamenti, il vecchio continente ha bisogno di fare memoria del suo passato, anche del più doloroso. E questo traguardo, di certo, non lo centri mettendo un biglietto a pagamento».
E a pensarla in questo modo, assicura Tabor, sono anche tanti esponenti della Comunità ebraica cittadina, determinati a prendere le distanze dalla linea di Tassinari. «Ho raccolto molti commenti critici verso la proposta del Comune - aggiunge -. Intendo quindi chiamare al più presto il sindaco e l’assessore stesso perché resto convinto si tratti di un equivoco. Di certo Tassinari non intendeva urtare alcuna sensibilità. La sua sarà stata solo un’uscita infelice, fatta in un momento di leggerezza. In fin dei conti è lì da poco. Sono certo che il caso - peraltro mai portato all’attenzione della Commissione per la Risiera, di cui faccio parte -, è destinato a rientrare».
Un auspicio condiviso da altri componenti della stessa Commissione, da cui arriva un’unanime condanna dell’opzione ticket. «L’idea di un Comune che fa cassa su un monumento alla memoria mi deprime terribilmente - afferma Dunja Nanut, presidente provinciale dell’Associazione nazionale ex deportati -. Introdurre il biglietto significa scoraggiare i visitatori, specie i più giovani. Un conto è pagare per la visita guidata, un altro sborsare dei soldi per il semplice accesso. Cosa, peraltro, che non accade altrove: a Birkenau, per intendersi, l’ingresso è libero». Sulla stessa linea il presidente del Consiglio comunale, Iztok Furlanic: «Inaccettabile la proposta di Tassinari - scrive su Facebook -. La Risiera è un luogo della memoria sul quale non si può lucrare e che deve essere il più accessibile possibile».
Un coro di critiche, insomma, a cui l’assessore comunale, da Parigi, risponde così. «L’ipotesi del ticket rientra in un programma più ampio di valorizzazione di San Sabba come luogo della memoria e come museo - afferma Tassinari -. È solo un dettaglio, quindi, sul quale intendo avviare un ampio confronto nel rispetto delle comprensibili, e condivisibili, sensibilità delle parti interessate».
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