«Riserva marina da Miramare al molo IV»

A Trieste la proposta del sottosegretario all’ambiente Barbara Degani, amica della presidente dell’Authority Marina Monassi, all’inaugurazione in Porto vecchio
Porto vecchio:il sottosegretario inaugura la visita alla vecchia centrale elettrica restaurata con Caroli e Poropat
Porto vecchio:il sottosegretario inaugura la visita alla vecchia centrale elettrica restaurata con Caroli e Poropat

Sì allo “spezzatino” del Porto Vecchio da suddividere in 22 Concessioni demaniali. E una più ampia Riserva marina estesa da Miramare al fino al Molo Quarto. A terra e negli specchi d’acqua antistanti. Sono le due proposte choc emerse ieri nel corso dell’inaugurazione della Sottostazione elettrica del Porto Vecchio. Entrambe portano la firma di Barbara Degani, 48 anni, padovana, sottosegretario all’ambiente nel Governo di Matteo Renzi.

«La scelta di suddividere il Porto Vecchio in 22 concessioni demaniali, è molto intelligente. L’offerta è ampia e coinvolge svariate attività sostenibili», ha affermato la sottosegretario all’ambiente, già esponente del Pdl, oggi in quota al Nuovo centrodestra di Angelino Alfano. Nessuno ha replicato, anzi molti tra gli invitati hanno sorriso, prima fra tutti Marina Monassi che ha fatto gli onori di casa all’interno della sottostazione aperta provvisoriamente al pubblico in questo fine settimana dopo un accurato restauro conservativo costato poco meno di 4 milioni di euro provenienti dalle casse pubbliche.

Il sottosegretario con la dichiarazione sulle “22 concessioni demaniali“ ha reso esplicito il proprio apprezzamento e appoggio politico per le scelte effettuate da quella che lei stessa ha definito pubblicamente ieri la “mia amica Marina Monassi”. Allo stesso tempo però Barbara Degani, già presidente della Provincia di Padova, si è messa in rotta di collisione con quanto il sindaco di Trieste e la stessa Regione Friuli Venezia Giulia sostengono da tempo per il futuro del porto. A loro giudizio l’area degradata di 65 ettari dovrebbe essere compresa in un’unica concessione: non deve essere trasformata nello “spezzatino” sostenuto invece a spada tratta dalla presidente dell’Autorità portuale. E’ evidente che nella sala macchine della Sottostazione elettrica gremita di invitati ieri si è creato attorno al futuro del Porto Vecchio un cortocircuito politico-istituzionale. Debora Serracchiani e Roberto Cosolini sono entrambi “renziani doc” e una sottosegretario del Governo presieduto dallo stesso Renzi ieri li ha smentiti.

Ma andiamo con ordine. Sull’estensione dell’area da inserire nella Riserva marina di Miramare molti dettagli devono ancora essere messi a fuoco. Certo è che secondo la proposta emersa ieri e a cui l’Autorità portuale ha già aderito, l’area protetta – in cui è coinvolta anche la Riviera triestina di Barcola - includerà «gli spazi a terra del Porto Franco Vecchio e gli antistanti specchi acquei, per una superficie complessiva di oltre duemila ettari». Secondo quanto è emerso a margine dell’inaugurazione la «scelta è partita dalla considerazione della vicinanza dell’area di Miramare - che arriva quasi al confine con l’area del Porto Vecchio - e dal fatto che essa include anche attività che concorrono a mantenere un modello di equilibrio tra sviluppo economico e turistico, congiunti con la difesa dei valori ambientali». Come si comprende questa proposta, il cui iter dovrà subire il vaglio dell’Unesco, è ancora generica, forse anche sfocata. Ma il dibattito è aperto.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo