Rischio usura per troppi debiti. Cento casi a Trieste

Tante sono state le persone che in tre anni si sono rivolte allo Sportello legalità Per il 95% sono triestine. Richieste di aiuto per problemi economici o minacce
Lasorte Trieste 15/10/11 - Petrsch, Pallazzo Camera di Commercio
Lasorte Trieste 15/10/11 - Petrsch, Pallazzo Camera di Commercio

TRIESTE Novantanove casi di sovraindebitamento in tre anni, il 95% dei quali registrati proprio a Trieste, di cui tre sfociati in usura e portati alla luce del sole. E chissà quanti ancora, poi, sono rimasti sommersi. Le statistiche parlano chiaro: per questo fenomeno il Friuli Venezia Giulia è la terza regione del Nord e la sesta in Italia. Sono numeri e dati recepiti dallo sportello Legalità istituito tra i primi in Italia nell’ottobre del 2014 dalla Camera di commercio della Venezia Giulia in collaborazione con l’associazione Libera.

Si tratta di cifre in continuo aumento. La richiesta d’aiuto infatti non si è mai arrestata, nonostante i principali indicatori economici, sottolinea il presidente camerale Antonio Paoletti, mostrino una sostanziale ripresa, testimoniata anche dalla demografia delle imprese (+58 unità per Trieste e +3 a Gorizia a dicembre 2017 rispetto all’anno precedente per un totale di 34.594 registrate). «Le aziende in sofferenza sono ancora molte, in quanto continuano a esserci delle importanti criticità nell’accesso al credito - annota Paoletti -, che possono sfociare in situazioni di illegalità».

Solo nel 2017 sono stati 32 i fallimenti che si sono verificati a Trieste, 21 a Gorizia. Ma non sono solo gli imprenditori ad avere bisogno di una mano per tornare a galla. Numerosi anche i lavoratori a reddito fisso e i soggetti malati di gioco d’azzardo che cercano di risalire la china. L’ultimo appiglio, quando le banche e le agenzie chiudono i rubinetti, è lo strozzinaggio. A fare prestiti è soprattutto la criminalità organizzata da cui il territorio regionale non è immune.

Ecco che tra le azioni per contrastare qualsiasi tipo di fenomeno corruttivo e illegale, lo sportello è un punto d’ascolto di prima assistenza per tutti quei cittadini, provenienti non solo da Trieste ma da tutto il Fvg, che si trovano in situazione di indebitamento, di grave crisi finanziaria o di difficoltà economiche che li espongono a rischio di racket e usura e, più in generale, per coloro che si trovano ad affrontare situazioni d’illegalità. Un operatore di servizio, Antonio Svezia, accoglie chi si trova in queste condizioni. E concretamente conduce le persone, laddove è possibile, verso la denuncia in caso di reato e verso percorsi di riabilitazione quando si palesano situazioni di dipendenza da gioco d’azzardo. Percorsi, questi, attivati in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri (Comando provinciale di Trieste) e l’Azienda sanitaria (Dipartimento dipendenze da sostanze legali). Nello specifico i 99 casi totali di sovraindebitamento sono stati rilevati dal 2014 al 2017. Il bisogno innanzitutto è finanziario. Ma andando a scavare storia per storia si è scoperto che questi individui potevano anche essere a rischio o vittime di usura. Una parte è stata presa in carico dalla Fondazione antiusura “Interesse Uomo”, che ha sede pure a Trieste. Ma il lavoro non è ancora terminato, perché per qualcuno si è in fase di raccolta della documentazione richiesta. Questo ente, attraverso la prestazione di garanzia in convenzione con la Banca Etica, ha erogato ausili economici per più di 100 mila euro.

Tre invece le vittime di usura. Per una di queste si è proceduto con l’accompagnamento e la denuncia del fatto illecito. Le indagini sono poi sfociate nell’arresto di tre persone. Giacomo Moroso, capo della sezione locale della Dia, ha detto che usurai legati alla mafia in Fvg non ce ne sono per il momento. Piuttosto si sta analizzando un fenomeno riscontrato in Veneto ovvero quello di infiltrazioni in ambito economico e societario, anche se per ora a riguardo non ci sono dati certi.

Per piazza della Borsa sono passati, anche se più raramente rispetto ad altre aree d’Italia, testimoni di giustizia con la richiesta di essere indirizzati e poi inseriti dagli organi preposti in un programma di protezione dopo aver fatto rapporto alla Polizia. Ma c’è anche chi semplicemente non aveva un vero e proprio problema, se non la necessità di essere ascoltato da qualcuno. A queste donne e uomini sono stati forniti consigli e sono stati diretti verso altri enti. La prestazione organizzata da Libera non è l’unico modo per uscire da una crisi finanziaria. Si può ricorrere, fa sapere Paoletti, anche all’Organismo di composizione per le crisi da sovraindebitamento. Il primo ente camerale a introdurlo a livello nazionale è stato quello giuliano-isontino. Competente per le crisi da sovraindebitamento del consumatore e degli altri soggetti non fallibili come imprese agricole, imprese individuali, società di persone. Tali soggetti, che sino alle nuove disposizioni di legge restavano esposti alle azioni esecutive promosse individualmente, possono formulare ai creditori una proposta di accordo o - se consumatori – possono proporre al giudice un piano di ristrutturazione dei debiti, con l’aiuto di un gestore nominato dall’organismo.

 

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