«Rischiano grosso sul piano penale»
TRIESTE. La legge farà il suo corso, ha assicurato l’assessore alle Finanze della Regione Francesco Peroni. E la legge, dice l’esperto, è molto chiara. Prevede conseguenze amministrative e penali. Nulla su cui scherzare, come ha rilevato anche il commissario di governo Annapaola Porzio, preoccupata delle conseguenze per chi non paga le tasse: dalle contravvenzioni al pignoramento dei beni. Roberto Lunelli, presidente regionale e presidente nazionale vicario dell’Anti, associazione tributaristi italiani, entra nel merito della ribellione fiscale dei 229 evasori sotto l’ombrello del Territorio libero di Trieste.
Presidente Lunelli, che ne pensa di questa singolare forma di protesta?
Si parte da un presupposto che già di per sé è discutibile. Il territorio di Trieste non è affatto libero, ma fa parte della Repubblica italiana. Si parte dunque da un’affermazione scorretta, le cui conseguenze sono fuorvianti.
Che cosa succede in questi casi in Italia?
Per questi signori si tratta di un’ipotesi di evasione volontaria che, come tale, costituisce anche ipotesi di reato. Amministrativo ed eventualmente penale.
Dal punto di vista amministrativo come viene sanzionato questo reato?
In misura pari al 90 per cento dell’imposta non corrisposta.
In sostanza all’importo evaso comunque da versare si aggiunge una somma quasi pari di sanzione?
Proprio così. Con l’aggiunta degli interessi.
E dal punto di vista penale?
Nel caso di dichiarazione infedele, vale a dire consapevolmente non veritiera, se l’imposta evasa supera i 150mila euro e i redditi non dichiarati vanno oltre il 10% del totale o comunque i tre milioni, è prevista la reclusione da uno a tre anni. Per la dichiarazione omessa, invece, vale a dire la mancata presentazione delle dichiarazioni dei redditi, dell’Iva e anche del modello 770 entro 90 giorni dalla scadenza, si parla ancora di reclusione da uno a tre anni per un’imposta evasa dai 50mila euro in su. La materia può dunque diventare di pertinenza del giudice penale, che valuterà il fatto in termini sia oggettivi che soggettivi.
Quelli soggettivi che sfera riguardano?
Se la questione amministrativa e la successiva sanzione sono inequivocabili e certe, dal punto di vista penale l’ipotesi di reato andrà valutata, oltre che sulla base dell’importo, anche su altri capitoli. Il tema della volontarietà, per esempio, è un elemento da tenere ben presente. Dichiarare esplicitamente di non voler pagare le tasse rende più difficile sfuggire alla responsabilità penale.
In quanto tempo si concretizzano le sanzioni?
Ora che tutto funziona attraverso strumenti meccanografici gestiti dal ministero delle Finanze attraverso la Sogei, solitamente un anno e mezzo, al massimo due. Il nostro fisco, sul fronte tecnico, è molto efficiente. Chi non ha presentato la dichiarazione dei redditi, soprattutto se in precedenza l’aveva già fatto, viene scoperto in tempi non lunghi e riceve a casa un questionario in cui gli si chiede le ragioni del gesto. Più difficile individuare chi non ha mai presentato una dichiarazione in vita sua.
Si è mai trovato davanti clienti con motivazioni così stravaganti come quelle del Tlt?
No, per fortuna. Se mai dovessi trovarmi davanti una situazione del genere, la stigmatizzerei con decisione. Ci troviamo di fronte a un comportamento iniquo e illegittimo, con conseguenze personali non trascurabili. Legalità ed equità sono i principi cardine del sistema tributario. Pur con i difetti che presenta, il nostro fisco non è tale da potersi considerare fuori dagli standard internazionali.
Il fenomeno più generale dell’evasione in Fvg com’è rispetto al resto d’Italia?
Non mancano situazioni di illegalità, ma recenti statistiche ci collocano, con il Trentino Alto Adige, al vertice della classifica delle regioni virtuose per l’adempimento agli obblighi fiscali. (m.b.)
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