Rischia l'amputazione di una gamba, equipe di Trieste salva una 28enne

Intervento di ortoplastica su 28enne dopo incidente in Liguria

Laura Tonero
Vittorio Ramella, direttore della Struttura semplice di Microchirurgia
Vittorio Ramella, direttore della Struttura semplice di Microchirurgia

TRIESTE Un delicatissimo intervento chirurgico a Trieste ha salvato l’arto inferiore di una ventottenne genovese, che rischiava l’amputazione della gamba dopo un grave incidente in scooter. Un risultato che conferma l’ospedale di Cattinara come centro di riferimento per l’ortoplastica e per il trattamento delle fratture esposte.

Sulla giovane sono intervenute le équipe della Clinica ortopedica diretta da Luigi Murena, della Chirurgia plastica diretta da Giovanni Papa, insieme alla struttura semplice di Microchirurgia diretta da Vittorio Ramella.

L’incidente risale allo scorso novembre. La 28enne viaggia a bordo del suo scooter, quando da un cantiere è uscito un carrello sollevatore, di quelli usati per movimentare i pallet per intenderci, che ha infilzato una gamba della donna, causando oltre alla frattura di tibia e perone, una perdita di sostanza cutanea e sottocutanea, una lesione dei muscoli con un’esposizione della frattura.

«È stata portata a Trieste – sottolinea Ramella – perché il nostro centro è riconosciuto a livello nazionale come un’eccellenza dei traumi all’arto inferiore, dove da anni ormai vengono seguiti quelli che sono dei protocolli standardizzati per dare il miglior trattamento ai pazienti che hanno subito una frattura esposta dell’arto inferiore, il trattamento ortoplastico deve essere effettuato entro delle tempistiche ben precise e prevede la sinergia tra la specialità ortopedica e quella di chirurgia plastica, dove in questo caso con plasticità si intende la capacità di gestione dei tessuti molli mancanti, ripristinarli tramite la microchirurgia».

Nello specifico, alla paziente sono stati effettuati un intervento di pulizia dei tessuti necrotici, sia tessuti ossei che tessuti molli, e poi si è proceduto al ripristino dei tessuti mancanti tramite un trattamento ortoplastico microchirurgico.

«È stato un lavoro di team – conclude Ramella – perché senza infermieri di sala operatoria di altissimo livello e infermieri di reparto molto preparati, il risultato non sarebbe stato lo stesso». La paziente è stata dimessa dopo due settimane e ha iniziato il percorso riabilitativo. —

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