Rischia il collasso la Procura goriziana
La Procura di Gorizia rischia il black out. Nella prossima estate lasceranno il Palazzo di giustizia due sostituti procuratori, la cui domanda di trasferimento è stata accolta dal Consiglio superiore della magistratura. Si tratta del dottor Luigi Leghissa che prenderà servizio alla Procura di Caltanissetta e del dottor Enrico Pavone che invece si trasferirà a Milano. Ma anche la procuratrice capo dottoressa Caterina Ajello ha inoltrato domanda di trasferimento, sulla quale però deve ancora pronunciarsi il Csm e quindi se ne riparlerà probabilmente il prossimo anno.
Con la partenza di Leghissa e Pavone la Procura goriziana perde il 40% del suo organico e questo comporterà un forte rallentamento, se non proprio una paralisi, dell’attività al secondo piano del Palazzo di giustizia. In particolare il dottor Leghissa in quasi quattro anni di presenza a Gorizia è stato il coordinatore delle inchieste sulle morti per amianto e nei processi in corso al tribunale sostiene la pubblica accusa. È sua anche l’indagine sul caso di malversazione che vede imputati alcuni consiglieri dell’ex Cda dell’Ospizio marino. Pavone, che si occupa principalmente dei reati contro l’amministrazione pubblica, è il pubblico ministero che ha svolto le indagini sulla truffa dell’hotel Rialto e sul fallimento dell’Associazione regionale disabili (Ard). Recentemente ha coordinato le indagini sugli omicidi Varotto e Ciarloni.
La procuratrice capo Ajello, nel confermare la partenza dei due magistrati, ha anche affermato di aver chiesto al Consiglio superiore della magistratura il loro ritardato possesso nelle nuove sedi e, nel contempo, la loro sostituzione con nuovi magistrati. Non sempre alle partenze corrispondono gli arrivi, per cui i posti alla procura goriziana rischiano di rimanere vacanti per mesi anche perché il capoluogo isontino non è molto ambito tra i magistrati.
Un’accelerazione potrebbe venire se quella goriziana venisse confermata come sede disagiata: questo permise quattro anni fa di coprire celermente i posti di tre sostituti che avevano ottenuto il trasferimento. Gli incentivi per chi si trasferisce in una sede disagiata sono piuttosto allettanti: 2mila euro al mese di extrastipendio per i primi quattro anni e scatti di anzianità raddoppiati per i primi sei anni.
Se la Procura “piange”, al Tribunale la situazione non è migliore. Anzi. È vero che nella riorganizzazione della pianta organica al Tribunale goriziano è stato assegnato un magistrato in più (da 11 a 12), ma oggi sono in servizio solo 10 giudici: di questi due sono in congedo per maternità, e altri due hanno chiesto e ottenuto il trasferimento. Il giudice monocratico Marani se ne andrà a Padova, mentre la dottoressa Campagner prenderà servizio a Venezia. Se poi si aggiunge che il presidente Matteo Trotta attende il via libera dal Csm per il suo trasferimento a Trieste, dove andrà a dirigere quel tribunale, a Gorizia nei prossimi mesi rischiano di rimanere solo cinque magistrati e questo comporterebbe veramente la paralisi nei processi.
«Tutto questo non sarebbe successo se sarebbe stato accorpata al tribunale di Gorizia la sezione di Palmanova - afferma il presidente dell’Ordine degli avvocati Silvano Gaggioli -: Gorizia avrebbe avuto a disposizione 21 magistrati, come a Trieste; un numero che avrebbe potuto assorbire senza patrie gravi conseguenze, la partenza di alcuni giudici».
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