Riscaldamento globale nel 2100 l’oceano salirà di quasi un metro

Un piacevole inverno mite o un problema da prendere seriamente? La risposta non è scontata.
L’inverno di quest’anno si è rivelato piuttosto particolare. La gente ha dovuto andare in montagna per vedere la neve, e non ha sofferto del freddo che si aspettava dopo gli ultimi anni, tanto che dall’inizio di marzo i giubbotti erano già sistemati nell’armadio.
Anche se possiamo crederlo semplicemente un inverno fuori dalla media, gli esperti meteorologi individuano le caratteristiche del mutamento climatico di cui sta soffrendo la Terra. Ad occuparsi di questi studi vi sono oggi numerosi addetti. Ecco alcuni dati offerti dai due meteorologi Rita Nogherotto e Luca Caporaso. Studentessa di dottorato in fisica lei e ricercatore che studia l’impatto umano sui cambiamenti climatici lui, insieme hanno tenuto una lezione a riguardo ad alcuni alunni dei licei scientifici.
L’aumento della temperatura raggiunge i livelli di 0,2°C ogni anno specialmente nell’emisfero settentrionale. Il range di crescita che ci aspettiamo per il 2100 va da +1°C a +4°C, a cui segue lo scioglimento dei ghiacciai e dei poli, soprattutto nell’Artide, già significativamente ridotti. Con i valori sopra elencati, i 3mila metri di strato di ghiaccio della Groenlandia contribuiranno ad aumentare il livello del mare di almeno 2 millimetri all’anno: in altre parole, nel 2100 l’Oceano si sarà alzato da 20 centimetri a un metro e ciò porterebbe all’immersione di Venezia e di numerose isole oceaniche come le Maldive.
Se ciò non bastasse, questo problema di temperature è accompagnato da altri fattori preoccupanti, tutti concatenati, quali le piogge acide, l’effetto serra, il buco nello strato di ozono e l’aumento degli “eventi estremi” come uragani, periodi di siccità e alluvioni; eventi come quelli che hanno colpito Modena e Roma. Nel Nord Italia si sta accentuando l’escursione termica, diminuisce la frequenza delle precipitazioni, ma la loro intensità aumenta.
«Il consenso registrato fra gli scienziati sul cambiamento di clima dovrebbe essere un campanello d’allarme. Dobbiamo andare avanti in modo coraggioso verso le tecnologie pulite e ci dobbiamo preparare all’innalzamento dei livelli dei mari, allo stravolgimento delle stagioni delle piogge e alle altre conseguenze dell’aumento delle temperature». A parlare così è stato nel 1990 Robert T. Watson, presidente dell’Ipcc, il Comitato intergovernativo sui cambiamenti climatici delle Nazioni unite, occupatosi di simulazioni e modelli matematici, con risultati che oggi possiamo confermare essere corretti.
Quali sono le cause di questi danni? Sicuramente le attività umane: l’emissione di gas, l’inquinamento, e soprattutto l’impiego di combustibili fossili. Non sarebbe corretto dare la colpa di tutto ciò solo alle industrie e alle centrali elettriche, che cercano di garantire il nostro benessere, perciò ognuno dovrebbe sentirsi in sua parte responsabile e in obbligo di un tentativo di aiutare la Terra e la sopravvivenza della propria specie.
Daniele Cocianni
III B Liceo scientifico
“Duca degli Abruzzi”
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