Ripulita a Santa Croce la colonna datata 1676

DUINO AURISINA
Sono tornate pulite, perfettamente visibili e con le scritte leggibili, la Croce e la colonna che la sostiene, che, da quasi 350 anni, porgono il benvenuto a tutti coloro che arrivano a Santa Croce, lungo la principale strada di accesso al piccolo centro dell’altipiano. Lo storico manufatto versava da tempo in condizioni pietose: la pietra nei decenni era stata quasi del tutto avvolta dal muschio, la cui crescita è favorita in un luogo umido e freddo d’inverno, come il Carso triestino, al punto che era diventata invisibile la scritta scolpita nel basamento.
Constatata la situazione, facendosi portavoce delle richieste di numerosi residenti, molto affezionati a quello che è un simbolo del loro paese, il consigliere circoscrizionale Pavel Vidoni, si è attivato, interessando del problema il Comune di Trieste. Com’è noto, l’area di Santa Croce è divisa fra tre giurisdizioni: una parte dell’abitato ricade sotto l’amministrazione del capoluogo regionale, un’altra fetta sotto quella del Comune di Duino Aurisina e un’altra ancora è di competenza del Comune di Sgonico. In questo caso, la manutenzione della croce, che si trova all’ingresso del paese, più precisamente vicino al monumento ai Caduti, nel pezzo che per i locali è noto come “Bosket”, compete a Trieste. Il merito di aver riportato croce e colonna a una condizione più che accettabile però non è dell’amministrazione comunale del capoluogo, bensì va equamente diviso fra un membro del direttivo della locale Comunella e uno scalpellino di Slivia.
«Durante una riunione del consiglio circoscrizionale – spiega Vidoni – ho segnalato pubblicamente questo stato di quasi abbandono ed è partita, dalla nostra segretaria alla volta dei competenti uffici del Comune di Trieste, una formale richiesta, allo scopo di provvedere alla sistemazione. Dopo qualche tempo – precisa – ho verificato che croce e colonna erano state sottoposte a un eccellente lavoro di restauro. In un primo momento – sottolinea – ho attribuito il merito al personale del Comune di Trieste. Invece, dopo una segnalazione fattami dalla Comunella di Santa Croce, ho scoperto che il lavoro era stato eseguito appunto da un membro della stessa e dallo scalpellino di Slivia». Adesso il manufatto, nonostante le inevitabili rughe dei secoli, fa bella mostra di sé e, sul piedistallo, sono nuovamente distinguibili e leggibili la scritta scolpita nella pietra “Comunitas Sanctae Crucis” e l’anno di realizzo, cioè il 1676. —
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