Rinnovo dei consigli della Comunità italiana:domenica niente voto in alcune municipalità
La protesta di Radin: «L’Unione Italiana chiederà al governo croato di indire elezioni suppletive lì dove sono state erroneamente cancellate»
FIUME Domenica prossima, i connazionali dell’Istria e del Quarnero andranno alle urne per il rinnovo dei consigli della Comunità nazionale italiana, organismi operanti sia a livello regionale che municipale. Una consultazione, come ammesso dallo stesso presidente dell’Unione Italiana e deputato al seggio specifico italiano al Sabor (il parlamento croato), Furio Radin, che ha un valore marginale per la nostra Comunità nazionale: «Le elezioni di domenica hanno un carattere relativo per gli italiani che vivono in Croazia – così il parlamentare istriano – mentre per le altre minoranze, specie quella serba, hanno una fortissima importanza. È che la nostra minoranza è bene organizzata e strutturata, con oltre il 95 per cento delle attività che si svolge nei circuiti dell’ Unione Italiana e delle Comunità degli Italiani. A prescindere dall’importanza del voto, invito i miei connazionali ad andare ai seggi per essere solidali con le altre comunità nazionali e per realizzare un diritto compreso nella legge costituzionale sui diritti delle minoranze». Ma Radin non ha mancato di rilevare un problema che comunque va a violare la suddetta normativa costituzionale. In base ad un’errata interpretazione della legge (da parte dell’Ufficio statale amministrativo, ossia del governo), diversi consigli municipali della minoranza italiana sono stati cancellati. È il caso di Cherso, Sissano, Torre–Abrega, Visignano e Lussinpiccolo.
«In base alla legge costituzionale – spiega Radin – si ha il diritto al consiglio se, in un detto comune, gli appartenenti alla minoranza nazionale sono più di 200, oppure se il loro numero supera l’1,5 per cento della popolazione complessiva. Ebbene, nel caso dei consigli cancellati, non è stata presa in considerazione la quota percentuale, dimenticanza che non può essere sottaciuta». In tal senso, Radin ha annunciato che l’Unione Italiana chiederà al governo di Zagabria di indire elezioni suppletive per quelle municipalità in cui i consigli minoritari italiani sono stati depennati. «Se la nostra richiesta resterà lettera morta, ci rivolgeremo alla Corte costituzionale croato con una denuncia per violazione della legge costituzionale sui diritti delle comunità nazionali minoritarie. Una normativa, voglio ricordarlo, per cui l’ Unione Italiana si è battuta in prima fila». Va sottolineato inoltre che, in base alle disposizioni, al posto dei predetti consigli le varie minoranze nazionali hanno diritto ad un proprio rappresentante. Ciò può essere realizzato se il numero degli appartenenti alla minoranza è compreso tra le 100 e le 200 unità. Sotto le 100 unità, non si ha diritto né al rappresentante, né al consiglio.
Domenica i connazionali andranno a votare per i consigli istriano e quarnerino–montano e per dodici consigli municipali, di cui undici in Istria (Pola, Buie, Albona, Cittanova, Parenzo, Rovigno, Umago, Dignano, Valle, Verteneglio e Grisignana) e uno a Fiume.
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