Rinasce la trincea perduta che divideva Carso e mare

La memoria storica dei paesani ha permesso di riportare alla luce il manufatto. La muraglia che da Monte Grisa arriva a Opicina è diventata un ecomuseo virtuale

Rinasce la trincea perduta che divideva Carso e mare

 

TRIESTE. La memoria storica è un esercizio che si compie anche grazie ai numeri. L’aritmetica della Grande guerra, il conflitto che infiammò l’Europa dal 1914 al 1918 causando milioni di morti e contribuendo a ridisegnare completamente la geografia politica del Vecchio continente, serve a mantenere vivo il ricordo di alcune storie che hanno attraversato il Carso triestino. Una di queste risponde al numero 40, come il Reggimento di fanteria dell’esercito dell’Impero austro-ungarico. È a quella formazione di fanteria, infatti, che è stato intitolato il Parco della trincea del Litorale, un percorso storico-naturalistico di due chilometri che si sviluppa attraverso i boschi che separano il santuario di Monte Grisa dall’Obelisco di Opicina.



Il progetto, che gode del patrocinio di PromoTurismoFvg ed è stato reso possibile da un finanziamento della Regione, è stato realizzato dalla comunella Jus Vicinia Srenja di Contovello, grazie alla visione e al lavoro dell’architetta triestina Manuela Schirra. Il lavoro, durato oltre un anno e che ha coinvolto anche Andrej Rupel (Bauhaus), Roberto Todero (associazione Zenobi) e Srecko Rože (Museo militare Tabor Lokev), ha permesso di riportare alla luce un manufatto dalle dimensioni impressionanti, sconosciuto ai più. La zona boschiva che si trova all’ombra del santuario mariano, parallela alla Via Crucis che sale verso Monte Grisa, è uno scrigno che è rimasto chiuso per molto tempo. I manufatti strappati alla vegetazione fanno parte di una linea difensiva che avrebbe dovuto proteggere il territorio da eventuali attacchi portati dal mare. “La muraglia del Carso”, l’ha definita l’architetta Schirra per descrivere un complesso difensivo che aveva inizio a Duino e che arrivava fino a Cittanova, in Istria.

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La “scoperta” della trincea del Litorale è avvenuta mentre il gruppo coordinato da Schirra si trovava all’interno del Bosco Fornace di Prosecco, lungo l’Alpe Adria Trail, per lavorare al parco 97, quello che gli storici hanno classificato come un vero e proprio campo di addestramento alla guerra. «Molti paesani ci hanno indicato la presenza di una trincea affacciata sul golfo di Trieste», racconta la professionista. Di quei manufatti si era persa ogni traccia e c’è voluta la memoria storica del paese per farli riemergere dall’oblio.

Ora la somma degli addendi 97 e 40, grazie al medesimo bando di progettazione, ha portato a un risultato che assume una notevole importanza in chiave turistica. I due percorsi vanno a formare una sorta di ecomuseo diffuso, che può essere visitato anche grazie all’ausilio del proprio smartphone. La peculiarità di questi due parchi è data dal fatto che una serie di totem in acciaio inox consentono di scoprire i dettagli della storia di questo territorio. La lettura del Qr-code inciso sul totem regala l’accesso a delle schede che, attraverso il sito turismofvg.it, permettono di visionare le mappe, le informazioni e le foto del sito.

Sono cinque le stazioni del percorso, dove sono stati ripuliti e consolidati i camminamenti, le banchine per il tiro, le postazioni fortificate. I muretti di protezione, alti circa 130 centimetri, presentano delle feritoie che consentivano, attraverso il verde degli alberi, di guardare al mare. La stazione 5, dove è possibile camminare in uno dei punti più elevati e suggestivi dell’intero parco, corrisponde ai 371 metri sopra il livello del mare del monte Gurca. In questa posizione si apre una postazione fortificata ampia e profonda.

Ed è in mezzo a quegli alberi, fra le cui fronde chiede spazio il blu del mare, che molto probabilmente l’austriaco Erwin Schrödinger mise alcune delle basi che lo portarono, nel 1933, alla conquista del premio Nobel per la Fisica. Schrödinger, arruolato nell’Imperiale e Regio esercito austro-ungarico, continuò a studiare in quei boschi, nel corso dei lunghi e inoperosi turni di guardia. Il fisico e matematico scrisse nella sua autobiografia di essere stato «in un posto di osservazione nelle vicinanze di Prosecco, in una bella posizione ma tremendamente noiosa. Comprendere a fondo la teoria di Einstein – le sue parole – non fu per me cosa semplice, nonostante disponessi di tempo in abbondanza. Comunque alcune note fatte a margine di quel volume mi sembrarono più tardi discretamente intelligenti».

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